George Jackson MivartL'inglese G. J. Mivart (1827-1900) nacque in
una famiglia di fede anglicana, ma presto si convertì al cattolicesimo romano,
conquistato dai riti di questa liturgia e dal fascino delle sue chiese. Il
padre, Fellow della Zoological Society, gli fece conoscere la Historie
Naturelle di Buffon e incoraggiò la sua precoce
passione per la Storia Naturale. La sua conversione, in un periodo in cui la
Religione di Stato era poco tollerante nei confronti dei cattolici romani, gli
impedì di iscriversi ad Oxford o a Cambridge per seguire i corsi di Storia
Naturale. Si laureò in legge, ma non esercitò mai la
professione, preferendo gli studi scientifici, seguendo i quali venne in
contatto e strinse rapporti di amicizia con
Richard Owen e
Thomas Henry Huxley. Nominato membro di numerose
società di ricerca, studiò a fondo L'Origine della specie e
condivise la teoria, ma, a partire dagli anni Settanta, iniziò ad avanzare critiche
al saggio, scrivendo diversi articoli sull'argomento; l'anticattolicesimo di Huxley, inoltre, urtò la sensibilità di Mivart che lentamente prese le distanze
dal vecchio amico.
La sua obiezione principale riguarda `The Incompetency of Natural Selection to Account
for the Incipient Stages of Useful Structures". Ad essa Mivart
dedicò un intero capitolo del suo saggio "On the Genesis of Species"
(1871): non è possibile comprendere, facendo appello a trasformazioni lente e
graduali, come sia stato possibile l'affermarsi di strutture complesse come l'ala o l'occhio
(a questo proposito si veda Mayr), dal momento che i supposti stati
intermedi non sarebbero stati di alcuna utilità** ; nel volume
l'autore critica anche la teoria della selezione naturale; vi
si afferma infatti che la comparsa di nuove specie è dovuta a una sorta di
plasticità innata, definita dall'autore "individuazione". Per quanto riguarda l'origine
dell'uomo, portò alle estreme conseguenze le tesi di Huxley, sostenendo che la
teoria dell'evoluzione non può rendere ragione dell'origine dell'anima. Darwin,
come si evince anche dal carteggio che i due si scambiarono ** inizialmente apprezzò
molto le obiezioni alla sua teoria, espresse "con abilità e forza mirabili" e,
per rispondere a queste critiche, dedicò un intero capitolo nella sesta ed ultima edizione dell'Origine delle
Specie (1872): nel capitolo 7, "Varie obiezioni alla teoria della selezione
naturale", Darwin scrive: "Mi si è offerta così una buona occasione per
dilungarmi un poco sulle gradazioni di struttura che sono spesso associate a
cambiamenti di funzioni: argomento importante che non avevo trattato con
ampiezza sufficiente nelle precedenti edizioni di quest'opera" (trad. it.,
p. 298).... Quando si considera la transizione degli organi, è (...) importante
tener presente la probabilità di conversione da una funzione in un'altra" (trad.
it., p. 244); nell'ultima edizione, Darwin accentuò anche l'importanza dei
fattori ambientali nel processo di trasformazione dei viventi, proprio per
assecondare le obiezioni di Mivart, ma in seguito, dispiaciuto dalle posizioni
intolleranti del collega, ruppe i rapporti con lui.
** La corrispondenza di Darwin -e in particolare quella con
Mivart - sarà presto on line all'indirizzo: |
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