Home Leonardo La conquista del tempo Hutton Paley Linneo Wallace E. Darwin Lyell Cuvier Lamarck Chambers Alexander von Humboldt Buffon Malthus Spencer G. J. Mivart Richard Owen Geoffroy Saint-Hilaire Charles Darwin Ernst Haeckel T. HuxleyIndice

George Louise Leclerc, conte di Buffon

... Più sono penetrato nel seno della Natura, e più ho ammirato e profondamente rispettato il suo Autore; ma un rispetto cieco sarebbe superstizione: la vera religione richiede un rispetto illuminato...

G. L. Leclerc, conte di Buffon (da Teoria della Natura, trad. it. Roma, Theoria, 1985)

George Louise Leclerc, conte di Buffon (1707-1788)

George Louise Leclerc, conte di Buffon (1707-1788),  divenne giovanissimo (1733) membro dell'Accademia delle Scienze francese e nel 1739 fu nominato intendente del Jardin du Roi, il futuro Museo di Storia Naturale di Parigi, fra i cui curatori sarebbe stato designato, fra gli altri, Lamarck. I primi tre volumi della sua monumentale opera, Historie naturelle générale et particuliére, furono pubblicati nel 1749, mentre l'ultimo (il trentaseiesimo) uscì postumo, nel 1789; 15 volumi erano dedicati ai quadrupedi, 9 agli uccelli, 5 ai minerali, 7 ai supplementi, di cui faceva parte anche Le epoche della Natura (1778). 

Tavola da Historia naturelle

Contemporaneo di Linneo (erano nati nello stesso anno) ebbe nei confronti della natura un atteggiamento profondamente diverso; l'opera di cui fu coordinatore e principale autore, era infatti scritta in francese e non in latino, per assicurare un larga fascia di potenziali utenti e mancava di quella attenzione al rigido incasellamento dei viventi all'interno di categorie tassonomiche; sua intenzione era di descrivere animali e piante vivi, interagenti con altri organismi e col mondo inanimato. Lo studio dei viventi, per Buffon, non può essere scisso da quello della materia, dello spazio e del tempo; convinto newtoniano, era tuttavia dell'idea, a differenza del fisico inglese, che la scienza dovesse non solo spiegare i fenomeni, ma anche ricercarne le cause, cause naturali, senza ricorrere a fenomeni straordinari, senza mescolare una cattiva fisica con la purezza dei Libri Sacri.  Basta allora  osservare la quotidianità: il flusso e riflusso delle maree, le correnti, le trasformazioni provocate dalle acque che erodono le montagne e formano valli, per comprendere che la terra è andata incontro a continue trasformazioni. Il paesaggio attuale, costituito da spiagge, monti dai profili arrotondati, larghe valli, deve aver avuto a disposizione, per potersi formare, un abisso di tempo, tanto che in una nota manoscritta a margine del volume Le epoche della Natura (Les époques de la nature, 1778) Buffon giunse ad attribuire alla terra un'età, a quei tempi inimmaginabile, di tre milioni di anni, data che non pubblicò mai, limitandosi a proporre una scala del tempo di 75.000 anni per la terra e 6.000 per l’uomo, numeri che, in un’epoca in cui unanimemente veniva accettata la datazione di James Ussher (1581 - 1656) di 6000 anni, sollevò grande scandalo.


Approfondimento : da Le epoche della Natura


 

 

Home Su Epoche della natura