Wikipedia: un'enciclopedia con 10 milioni di voci (gratis)
inserito il: 08 aprile 2008
L'enciclopedia più consultata dagli studenti può diventare un utile strumento didattico per gli insegnanti. Favorendo l'approccio critico.
Wikipedia è divenuta oggi un termine ben conosciuto, essendo uno dei dieci siti web più navigati dagli utenti di Internet di tutto il mondo, circa un terzo dei quali l'ha usata almeno una volta. Si tratta di un progetto collaborativo nato nel 2001 e costruito "dal basso", dagli utenti stessi che - oltre a consultarla - possono liberamente aggiungere "pezzetti di conoscenza" dove ancora mancano (non a caso il logo del sito è un puzzle). In questo modo - solo apparentemente casuale, ma in realtà piuttosto organizzato grazie ad una vivace comunità di volontari - Wikipedia ha superato il traguardo dei 10 milioni di voci nel marzo 2008, contando le oltre 250 edizioni in lingue diverse in cui è pubblicata l'enciclopedia online.
L'edizione italiana - la sesta per dimensione - conta "solo" 435mila voci (aprile 2008), più di ogni altra enciclopedia mai pubblicata nella nostra lingua. Questo non significa ovviamente che vi troveremo una voce bell'e pronta su ogni argomento possibile: Wikipedia è un costante "cantiere" e una minoranza di voci è a livello di "abbozzo", cioè attendono che qualcuno le migliori e ingrandisca. Modificare una voce per correggerla o ampliarla è semplice. Non occorre una conoscenza informatica particolare, né serve installare alcun software: basta usare il programma (browser) con cui abitualmente navighiamo sul web e fare clic su "modifica". Il tutto rimane completamente gratuito e a chi sceglie di di registrarsi - non è nemmeno obbligatorio - non è richiesto alcun dato personale. Il progetto non si finanzia nemmeno con la pubblicità - che nel sito è del tutto assente - ma solo con le donazioni volontarie che la Wikimedia Foundation (un ente non profit) riceve dagli utenti stessi; in Italia per contribuire è anche possibile acquistare dei gadget, come t-shirt, felpe o spillette.
Com'è possibile che un sito in cui possono scrivere tutti, in modo anonimo, sia divenuto la più apprezzata e citata enciclopedia online? Non c'è pericolo che le pagine si riempiano di "spazzatura" o quantomeno di informazioni inesatte o approssimative? Questa è la fatidica domanda che si pongono un po' tutti, almeno "prima" di avere imparato a conoscere davvero Wikipedia. Iniziando ad impratichirsi con i meccanismi del sito, provando a modificare le voci o a scriverne di nuove, ci si può tuttavia accorgere abbastanza presto che Wikipedia non fa rima con "anarchia": le nuove voci vengono vagliate criticamente dagli altri utenti, che sono liberi di modificarle, aggiungendo le informazioni mancanti ma anche togliendo quelle errate o imprecise, in un processo di incessante revisione che lavora molto velocemente ("wiki" è una parola hawaiana che significa appunto "veloce") e coinvolge centinaia, migliaia di utenti collegati nello stesso momento. In questo modo le voci scritte male, fuori tema o le semplici... goliardate vengono esaminate, valutate e - se è il caso - avviate alla cancellazione; questi casi vengono segnalati e valutati attraverso una discussione (ogni voce ha una pagina apposita dedicata alla discussione tra gli utenti).
Si innesca, in sostanza, un fenomeno virtuoso per cui ogni utente che consulta la voce ne diviene un potenziale revisore; il tutto moltiplicato per migliaia e migliaia di utenti che lavorano come "formiche", 24 ore su 24, in modo volontario. Dato che tutte le modifiche sono pubbliche, immediatamente visibili a tutti, e ci si basa sulla "buona fede" (!), gli interventi vandalici o inappropriati vengono isolati e rimossi, quelli positivi rimangono. A causa di questo meccanismo Wikipedia non può fornire alcuna garanzia sui propri contenuti, tuttavia studi indipendenti tendono a dimostrare che si verifica un costante aumento non solo delle dimensioni ma anche dell'affidabilità delle voci di Wikipedia, quanto più vengono lette. Già nel 2005 la prestigiosa rivista
Nature pubblicò un clamoroso studio comparativo su lemmi scientifici dell'
Enciclopedia Britannica e di Wikipedia, concludendo che i secondi erano quasi altrettanto affidabili dei primi. Il concetto emerso infatti è che anche le più blasonate opere cartacee, come la
Britannica, non sono esenti da errori. Ma su Wikipedia è possibile correggerli in pochi secondi.
Questo approccio al sapere critico - al contempo molto pragmatico - può rivestire un notevole valore nella didattica. Partiamo dal dato di fatto che Wikipedia, essendo completamente gratuita, è oggi l'opera più consultata dagli studenti che navigano su Internet, anche in Italia e nella scuola dell'obbligo. È dunque importante che gli insegnanti imparino a conoscerla, per poter assumere un atteggiamento corretto nei confronti dei propri studenti, ai quali devono fornire gli strumenti metodologici per accostarsi ai "media" vecchi e nuovi in modo corretto: devono far comprendere che presentare a scuola una ricerca fatta solo con il "copia-e-incolla" da Wikipedia non serve a nulla (come non serve a nulla una becera copiatura da qualsiasi testo) e verificare "sul campo" l'attuazione di tale principio anche attraverso la consultazione dei contenuti disponibili in rete. Un'opera anzitutto divulgativa come un'enciclopedia - per quanto grande e costantemente aggiornata come Wikipedia - è solo un punto di partenza per iniziare una nuova avventura del sapere che è la ricerca, ricerca delle fonti anzitutto, dato che Wikipedia è e vuole essere solo una "fonte di seconda o terza mano". Confrontare testi ed enciclopedie diverse, imparare a ricercare e correlare le informazioni sfruttando tutti i mezzi a disposizione (anche i più moderni) è parte di ciò che ci si aspetta dalla scuola oggi.
Per la sua natura di strumento interattivo e collaborativo, Wikipedia può diventare molto più che una semplice fonte di consultazione per la scuola: un campo di sperimentazione didattica molto interessante e flessibile per tutta la classe. Porre l'obiettivo di scrivere una voce (o un paragrafo) sul sito attraverso una consapevole rielaborazione delle fonti è solo uno dei possibili modi. Gli studenti possono lavorare sia a casa che a scuola, in modo collettivo o individuale. Avendo l'accortezza di far registrare fin dal principio ogni studente con un nome utente individuale (evitando cioè di usare un unico nome utente collettivo per la classe), l'insegnante ha in mano un agile strumento per verificare in modo capillare, anche a posteriori, l'operato di ogni singolo alunno, sia a casa che a scuola: Wikipedia tiene un accurato registro delle modifiche di ogni utente, con la possibilità di mostrare in modo preciso le parti modificate per ogni singola voce e la loro cronologia.
Se viceversa, sulla base delle proprie specifiche esigenze didattiche, l'insegnante ritiene che Wikipedia, con le sue 350mila voci, sia ormai troppo "matura" per ospitare nuove voci "di base", potrà optare per lavorare su un altro sito "wiki" (ne esistono molti altri ad accesso gratuito) oppure installarne uno sul server della scuola: il software "wiki" è facilmente reperibile e in genere gratuito.
Non va comunque sottovalutato un basilare aspetto "filosofico" dell'approccio "wiki": la condivisione della conoscenza, che è poi il medesimo concetto del cosiddetto "software libero" o "open source". Se scrivo un testo (o realizzo un'immagine o un video) e non trattengo tutti i diritti (copyright), ma lo rendo disponibile a molti altri, in modo che possano leggere e migliorare l'opera (licenze libere), ne garantisco una maggiore diffusione e fruibilità; in questo modo, senza quasi rendermene conto, ho già iniziato a scrivere un'opera che potrà essere utile a tantissime persone. Qualche esempio? I 10 milioni di voci di un'enciclopedia chiamata Wikipedia, ma anche diversi altri progetti promossi dalla Wikimedia Foundation e meno noti al grande pubblico, tra cui libri di testo gratuiti (Wikibooks) e lezioni universitarie aperte (Wikiversità).
Marco Chemello - utente di it.wikipedia.org e membro di Wikimedia Italia - associazione per la diffusione della conoscenza libera -
www.wikimedia.it
Per saperne di più:
- Wikipedia (edizione in italiano):
http://it.wikipedia.org
- Wikimedia Italia (associazione di utenti): http://
www.wikimedia.it
a cura di G.B.
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