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di Scienze Naturali
Il Gambero di Fiume
inserito il: 10 febbraio 2008
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Il Gambero di Fiume (Austropotamobius italicus) appartiene all’ordine dei Decapodi e alla famiglia Astacidae. Sono animali prevalentemente marini seppure alcune specie come il Gambero di fiume, viva in acque dolci. Come ricorda il nome stesso questi crostacei decapodi sono dotati di cinque paia di arti ambulacrali ciascuno in una appendice dei cinque segmenti toracici posteriori; le appendici dei tre segmenti toracici anteriori chiamate massillipedi, costituiscono parte dell’apparato boccale. Le branchie sono ricoperte dal carapace costituito dai metameri del cefalotorace saldati dorsalmente.
L’addome è formato da sei segmenti collegati tra loro da una membrana intersegmentale elastica terminante con il telson. Ciascuna segmento, nella parte inferiore porta un paio di appendici, pleopodi. Il secondo pleopodio, al momento dell’accoppiamento, si unisce al primo per formare l’organo copulatore.
Il Gambero di fiume ha sagoma massiccia e carapace robusto. Le appendici di maggiore dimensioni, soprattutto nei maschi, sono le chele.
La colorazione può variare da marrone a verde oliva, più chiara ventralmente, in relazione alla dieta, onnivora, che comprende larve di insetti, pesci, animali morti, talvolta anche conspecifici e materiale vegetale, sia fresco che detritico.
Attualmente si conoscono 540 specie di Gamberi, la maggior parte di esse sono distribuiti in Nord America e Australia; in Europa sono presenti 6 specie indigene appartenenti ai generi Astacus e Austropotamobius. In Italia, secondo gli ultimi studi a riguardo, vi sono due specie, Austropotamobius pallipes, presente nelle regioni nord-occidentali, e Austropotamobius italicus, oltre a diverse sottospecie.
Il Gambero di fiume frequenta acque correnti, fresche e ben ossigenate, prediligendo soprattutto i torrenti delle aree montane. Il calcio è un fattore limitante della distribuzione di questa specie, in quanto serve all’animale per l’indurimento dell’esoscheletro dopo la muta.
Il Gambero di fiume ha un’attività prevalentemente notturna, trova rifugio sotto i ciottoli dei ruscelli, tra le radici degli alberi nei pressi degli argini e sotto il detrito vegetale.
L’accoppiamento avviene in autunno con le femmine che raggiungono la maturità, ovigere, intorno ai 3 – 5 anni con un carapace di circa 20 millimetri. Ciascuna di esse porta un numero di circa 200 grosse uova di colore bruno scuro, da cui nasce una larva che si mantiene attaccata ai pleopodi materni fino al completo sviluppo, dopo di che passa ad una vita bentonica. Il ciclo completo di sviluppo comprende quattro stadi larvali. Nei primi mesi di vita gli individui compiono diverse mute.
Il Gambero di fiume è un ottimo bioindicatore, la sua presenza o assenza può fornire informazioni sulla qualità di un corso d’acqua: è una specie, infatti, molto sensibile alle variazioni ambientali. Negli ultimi anni il Gambero di fiume ha subito una drastica riduzione numerica soprattutto a causa di fattori legati alle attività umane.
In Italia sono presenti anche specie esotiche importate per fini commerciali ed allevati negli stabilimenti di acquicoltura, diffusesi poi anche in natura. La più diffusa delle specie alloctone è il Gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii).
Nonostante Austropotamobius pallipes sia inserito nella Lista Rossa dell’IUCN, nella Convenzione di Berna e nell’Allegato II della Direttiva Habitat 92/43/CEE, le popolazioni di gamberi autoctoni hanno subito una sensibile diminuzione soprattutto a causa della crescente distruzione degli habitat, dell’inquinamento delle acque ed a causa dell’introduzione di specie esotiche, assai competitive e spesso vettori di parassiti.

Regno: Animalia
Phylum: Artropoda
Classe: Malacostraca
Famiglia: Atydae
Genere: Austropotamobius
Specie: pallipes

Francesca Morici
Mauro Furlani

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