Il primo secolo dopo Beatrice, Amin Malouf
inserito il: 10 settembre 2007
di Brunella Danesi -
Il protagonista e voce narrante della storia è un entomologo quarantenne che, al chiudersi del millennio, viene invitato ad un congresso al Cairo il cui temainvitante è il ruolo dello scarabeo nella civiltà dell’antico Egitto:. In questa sede viene casualmente a conoscenza dellapresenza, nei mercati locali, di “fave di scarabeo”, capsule contenenti una polverina, che, se ingerita da un uomo, consente di generare solo figli maschi. L’entomologo, incuriosito, si procura il preparato, anche se non presta fede a quella che ritiene una semplice credenza popolare. Rientrato in Francia, conosce una giornalista, Clarence, con cui intreccia un intenso rapporto sentimentale, tanto che i due decidono di vivere insieme; proprio mentre la sua compagna prende possesso di una parte del guardaroba, le fave riemergono dal fondo di un cassetto dove erano state abbandonate, fornendo occasione alla coppia di parlare dei possibili scenari che si aprirebbero se fossero realmente efficaci. Il tema centrale del racconto è il diffondersi nel mondo di un preparato, una sorta di vaccino, messo a punto nei laboratori di ricerca, che funziona veramente e consente di procreare solo e soltanto maschi.. Il mondo si avvia dunque lentamente e inizialmente in modo inconsapevole, a un suicidio collettivo. Proprio all’inizio di questo dramma collettivo, le vicende private del protagonista sono allietate dalla nascita di una bambina, un dono di Clarence. L’entomolgo, aiutato da una stretta cerchia di amici, sostiene la sua compagna che tenta di informare l’opinione pubblica sui rischi di questo “vaccino” fornendole documenti e suggerimenti e fondando con lei una “rete di saggi” a cui aderiscono persone sparse un po’ ovunque nel mondo che cercano di arginare il disastro. La crescita di Beatrice avviene in parallelo al diffondersi del vaccino che, contrariamente alle aspettative, viene utilizzato in tutto il mondo. Ovunque aumentano le tensioni, i casi di rapimento di fanciulle, le proteste, i massacri e solo lentamente i vari popoli prendono coscienza che il disastro è collettivo, coinvolge in ugual misura i paesi ricchi e quelli poveri e non possono esistere soluzioni individuali. Maalouf immagina una vicenda, quella dell’auto-genocidio delle popolazioni misogine, che da sempre rappresenta un potenziale problema in molti ed è recente la notizia che la società DNA Worldwide ha messo in commercio un test casalingo per determinare partire dalla sesta settimana di gravidanza il sesso del nascituro; il test può favorire aborti precoci per motivi quanto meno discutibili. Il romanzo si presta molto bene per riflettere, senza retorica o moralismo, su molti altri temi importanti: - il ruolo della donna all’interno della famiglia; - la globalizzazione che non consente più a nessuno di coltivare esclusivamente il proprio giardino; - poi naturalmente il tema della ricerca scientifica e delle sue applicazioni.
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