Biancospino comune
inserito il: 28 ottobre 2013
Crataegus monogyna Jacq. subsp. monogyna - A cura di Daniele Poli
Nome comune: Biancospino comune.
Da dove viene e dove la trovo ora?
Ambiente: pianta propria di boschi misti, siepi e cespuglieti. Viene talvolta coltivato in parchi e giardini. Lo si ritrova spontaneo anche lungo le strade. Pianta molto longeva, ama l’esposizione alla luce (si dice
eliofilo), è rustico e si adatta a qualsiasi condizione sia climatica che di terreno. Si trova generalmente ad un’altitudine compresa tra 0 e 1200 m. s.l.m. con punte di 1500 metri s.l.m. nelle regioni più calde.
Diffusione in Italia e nel mondo: è diffusa in tutta Italia, in larga parte dell’Europa mentre nell’America del Nord si concentra verso le due coste (Atlantica e Pacifica).
Come la riconosco?
Portamento: pianta a portamento cespuglioso o arboreo che non supera i 6 m di altezza. La corteccia è rossastra quando i rami sono giovani: da adulta la pianta presenta spine.
Foglie: semplici ovali ma non intere (provviste anzi di lobi profondi) di 4-8 cm. Sono dotate di picciolo e si dispongono nel ramo in modo alterno (ossia ogni foglia ha una punto di inserzione diverso dall’altra).
Fiori: i fiori sono molto numerosi e riuniti in infiorescenze. Presi singolarmente sono piccoli (circa 1,5 cm), di colore bianco e formati da 5 petali. L’androceo (la parte maschile del fiore) è formata da molti stami e da antere rossastre.
Periodo di fioritura, Propagazione: da marzo a maggio. L’impollinazione avviene attraverso insetti (entomofila).
Frutti: è un falso frutto di forma ovoide-sferica di colore rosso.
Possibili confusioni: per distinguerlo da Crataeugs laevigata (chiamato anche Crataegus oxyacantha in diversi testi) si consiglia di osservare le foglie (in C. monogyna sono più incise e meno “levigate”), i peduncoli fiorali (in C. monogyna sono pelosi e non glabri come in C. laevigata) e infine l’apparato riproduttore femminile (in C. monogyna c'è un solo stilo, “mono-gyna”, al posto di due).
Quali sono le proprietà e i possibili utilizzi?
Proprietà: contiene numerosi principi attivi e i frutti, ricchi di vitamina C, venivano utilizzati dall’uomo in epoca preistorica. Nel Medioevo il suo impiego è continuato, ritenendo questa pianta utile al trattamento della lebbra. Al giorno d’oggi viene talvolta usato come integratore alimentare e vengono sfruttate le sue proprietà rinfrescanti e cosmetiche. A livello farmacologico viene adoperato per particolari patologie cardiache e in generale del sistema circolatorio: va usato tuttavia con estrema cautela. Oltre all’impollinazione grazie agli insetti, anche altri animali risultano ghiotti dei prodotti del Biancospino. In particolare alcuni uccelli ne mangiano i frutti contribuendo così alla dispersione dei semi.
In ogni caso per la raccolta di parti del Biancospino e per il conseguente utilizzo farmacologico e/o sanitario, è opportuno farsi accompagnare da esperti in materia e i trattamenti devono essere eseguito solo sotto controllo medico. Il legno è difficile da stagionare e da lavorare: a causa delle dimensioni ridotte viene utilizzato per oggetti di uso domestico e come combustibile.
Qualche curiosità….!
Etimologia del nome: il termine generico deriva dalla combinazione di due parole greche. La prima è 'kratos' = duro, forza, in riferimento alla robustezza del legno mentre la seconda è 'àigon' = delle capre. Il termine specifico indica che è presente un solo stilo, al contrario di C. laevigata che ne possiede due.
Note sulla Famiglia
Le Rosaceae sono una famiglia ricca di specie (circa 2000) e ben rappresentata sia in Italia che in Europa. Molte sono sia le specie legnose (alberi e arbusti) che quelle erbacee. Le foglie hanno la caratteristiche di possedere delle stipole (una piccola appendice che si trova nella posizione basale della foglia, all’altezza dell’inserzione nel ramo). I fiori hanno simmetria raggiata (cioè infiniti piani di simmetria) e il numero dei petali è quasi sempre 5 o un suo multiplo. Sulla base della struttura del gineceo (parte femminile dei fiori) e dei tipi di frutti si possono distinguere 6 sottofamiglie, delle quali 4 sono presenti nella flora italiana. Eccone di seguito l’elenco, la cui trattazione viene rimandata ad approfondimenti futuri:
Spiraeoideae,
Maloideae,
Rosoideae,
Prunoideae.
Famiglia:
Rosaceae
Inquadramento sistematico:
Regno: Piante
Divisione: Spermatofite
Sottodivisione: Angiosperme
Classe: Dicotiledoni
Ordine: Rosales
Famiglia: Rosaceae
Genere:
Crataegus
Specie:
Crataegus monogyna Jacq. subsp. monogyna
Mail di Riferimento
daniele.poli1@istruzione.it
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