Francois Jacob
Quando i nazisti occuparono Parigi, Francois Jacob (1920) aderì al Fronte popolare, interrompendo gli studi di medicina. Combatté in Africa sino al 1944 con le truppe della Francia libera. Tornato alla vita civile, nell’impossibilità di realizzare il suo sogno di divenire un chirurgo a causa delle ferite riportate, non sapeva bene cosa avrebbe fatto della sua vita, quando, quasi per caso, approdò alla biologia, entrando nel prestigioso istituto Pasteur, dove lavoravano gli scienziati più abili di Francia come Monod e Lwoff. Il gruppo inaugurò un nuovo modo di far biologia e la natura non fu più vista come un libro aperto che racconta la sua storia, ma come un mondo a cui rivolgere le giuste domande per scoprirne i segreti con l’occhio della mente. Uomo dalla profonda cultura artistica e letteraria, ha scritto dei saggi indimenticabili e una storia della biologia, La logica del vivente, che nel titolo mette ben in luce qual è l’atteggiamento nuovo nei confronti dello studio della vita, la ricerca della sua logica. Fu proprio questo nuovo approccio teorico agli studi biologici che ha consentito al gruppo dell’Istituto Pasteur, agli inizi degli anni ‘60, di postulare l’esistenza di elementi fondamentali (RNA messaggero e i geni regolatori) che solo successivamente sarebbero stati isolati grazie all’utilizzazione di tecnologie più sofisticate. Approfondimento: Il gioco dei possibili |
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