Ussher

Paley

Hutton

E. Darwin

Buffon

Lamarck

Cuvier

Lyell

C. Dawin

Wallace

Humboldt

Teilhard de Chardin

Stephen

Monod   Jay Gould

Simpson

Jacob

Wilson

Mayr

Lewontin

Margulis

Modelli evolutivi

Normalmente le differenze tra le specie sono in principio solo degli adattamenti all’ambiente, e non gli strumenti atti all’isolamento riproduttivo. Il fatto che possano servire anche a questo secondo fine è del tutto incidentale. La speciazione, quindi, è soltanto un effetto collaterale dell’evoluzione verticale. 

Il processo di speciazione porta una popolazione di organismi a differenziarsi per occupare tutte le nicchie disponibili, attraverso un processo di radiazione adattativa

Il processo di speciazione può avvenire attraverso diversi meccanismi. I modelli evolutivi sui quali concorda la maggior parte degli scienziati sono:

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 speciazione geografica

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speciazione per poliploidia 

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speciazione simpatrica

L’evento fondamentale dell’evoluzione sta nel cambiamento della frequenza dei geni e degli assetti cromosomici di una data popolazione. Dalla moltitudine di mutazioni genetiche e di ricombinazioni cromosomiche che si verificano in una popolazione a ogni generazione, una parte considerevole è di così scarsa entità da risultare neutra in quanto ad efficacia, mancando sia di favorire, sia di ostacolarne la sopravvivenza e la riproduzione. La stragrande maggioranza di quei cambiamenti genetici, i cui effetti sono sufficientemente ampi da essere facilmente rilevabili, è anche dannosa. La selezione naturale, per definizione, li ostacola e così tali difetti si riscontano di rado.

 La diversità della vita poggia su due livelli fondamentali: la variazione genetica all’interno della singola specie, e le differenze fra specie diverse.

A questi due livelli corrispondono 

la microevoluzione, i piccoli cambiamenti rintracciabili fino ai livelli più bassi del gene e del cromosoma, 

e la macroevoluzione, i cambiamenti che, più complessi e più profondi, sono meno suscettibili di un’indagine genetica immediata. 

A questi processi concorrono:

  la radiazione adattativa  ovvero la diffusione in nicchie diverse da parte di specie che possedevano antenati comuni

la convergenza evolutiva, ovvero l’occupazione della stessa nicchia da parte di organismi risultanti da radiazioni adattative diverse, avvenute per lo più in parti diverse del mondo. Nella foto qui a lato si può osservare il caso della radiazione adattativa dei Marsupiali, che, isolati geograficamente, hanno occupato nicchie simili a quelle colonizzate dai Mammiferi Euteri nel continente Euroasiatico. 

La casistica della storia naturale è fitta di episodi di vere e proprie esplosioni nella formazione di specie, avvenute in risposta a circostanze ecologiche favorevoli. Solo alcuni gruppi di organismi sono sottoposti al fenomeno della radiazione e questo perché alcuni organismi sono dotati di tale facoltà grazie a una maggiore capacità di dispersione.

E’ da milioni di anni, che la maggior parte dei gruppi che hanno subito il fenomeno della radiazione adattativa restano prossimi al picco della diversità e l’uomo, in modo molto repentino, può portare all’estinzione quelle creature che l’evoluzione ha impiegato tanto a formare.

Data una quantità di tempo sufficiente, l’evoluzione può regolare in modo estremamente preciso le tipologie adattative e irrobustirle in modo da produrre radiazioni del tipo più estremo. 

E’ quello che è accaduto allo squalo “cookie-cutter”, squalo dall’anatomia e biologia molto differenti da quelle dello squalo tigre e dalla squalo bianco. E’ un parassita che vive alle spalle di focene, balene, tonni e perfino di altri squali. Ha grossi denti che affonda nel corpo delle vittime e che ruota fino ad asportare dei pezzi conici, ampi 5 centimetri, di pelle e di carne. Questa specie si è adattata a nutrirsi di altri membri del suo stesso gruppo, cioè altri prodotti della medesima radiazione adattativa.

La diversità degli organismi ha un limite per cui, quando in una certa  zona un gruppo va incontro a radiazione, lo fa in un territorio di  nuova formazione, o subentra a un gruppo che è in via di estinzione o sta spostandosi su latri territori. Questo non è una legge biologica ma si esprime come una regola, una tendenza statistica: i gruppi dominanti e in fase di espansione tendono a sostituire quelli che si trovano negli stessi luoghi e che sono ecologicamente molto simili. Il gruppo più recente si spinge gradualmente nel territorio di quello più vecchio, circondando il rivale piano piano, e sostituendo le sue specie una a una. Secondo Mayr, non si tratta mai di un evento repentino, ma vi sono altri autori, come Gould ed Erdredge che parlano di crisi improvvise e momenti di rapida speciazione. 

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