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Jean-Baptiste Monet, cavaliere di Lamarck

 (1744-1829)

  Personaggio eclettico, Lamarck seguì studi di chimica fisica e scienze naturali; frequentò corsi di botanica presso il Jardin du Roi di Parigi e insieme a Buffon istituì il metodo dicotomico per la classificazione delle piante, ancora oggi utilizzato. Nel 1793, in piena Rivoluzione francese, gli venne affidato l’incarico di Zoologia degli invertebrati; i suoi lavori, fondamentali per lo sviluppo della sistematica animale, gli fecero acquistare fama internazionale. La sua Storia Naturale fu una delle opere di zoologia più importanti del tempo.

La problematica evoluzionistica cominciò a comparire nei suoi scritti nei primi anni dell’800.

Nel 1802 espose la sua teoria nel trattato Filosofia zoologica.

Le tesi di Lamarck si possono così riassumere:

  I viventi sono un prodotto della natura che li ha formati in tempi successivi;

Gli organismi più semplici si originano dalla materia inanimata e la loro complessità di organizzazione progredisce mano a mano che le circostanze li favoriscono; gli organismi, insomma, salgono l'ininterrotta catena dell’essere dalla materia inanimata a forme sempre più perfette;   

  L’ambiente determina un graduale, armonioso sviluppo dei loro organi: quando gli animali sono sottoposti a mutamenti ambientali, i loro fluidi organici (la linfa, il sangue, in definitiva ciò che li rende sistemi organizzati) si dirigono nella zona del corpo dove possono esplicare un’azione adatta a quel bisogno; in questo modo alcuni organi possono svilupparsi, altri regredire, e l’animale va incontro a continue, lente trasformazioni, attraverso le quali sale la catena dell’essere, dalla materia bruta, al verme, al mollusco, al pesce, al rettile, al mammifero. Ogni variazione è quindi sempre adattativa, non esiste alcuna differenza qualitativa fra mondo organico e inorganico: la vita sorge spontaneamente e incessantemente dal mondo inorganico, in un continuo che va dal meno perfetto al più perfetto, dal semplice al complesso; gli organismi più semplici sono quelli formatisi più recentemente , mentre i più complessi sono i più antichi; il vivente, giunto al culmine della scala, ritorna allo stato inorganico e il lungo cammino riprende incessante. La tesi suesposta va sotto il nome di eredità dei caratteri acquisiti;

Le specie non sono fisse ma in continua, incessante evoluzione.

L’importanza di Lamarck nella storia della biologia risiede nel rilievo da lui attribuito all’ambiente come causa delle trasformazioni evolutive, che gli consente di superare la concezione statica di specie formulata da Linneo; tuttavia, il suo linguaggio spesso oscuro, il suo attaccamento ad una chimica-fisica di stampo seicentesco, la sua fedeltà a rimanere il cittadino Lamarck anche con l’avvento di Napoleone, i feroci attacchi sferrati da Cuvier alla sua teoria, contribuirono al discredito e al disinteresse per la sua teoria in ambiente accademico.

 Una raccolta antologica delle opere di Lamarck si trova in:

  Lamarck a cura di Pietro Omodeo, UTET,  1969

 

 

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