Ussher

Paley

Hutton

E. Darwin

Buffon

Lamarck

Cuvier

Lyell

C. Dawin

Wallace

Humboldt

Teilhard de Chardin

Stephen

Monod   Jay Gould

Simpson

Jacob

Wilson

Mayr

Lewontin

Margulis

Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955)

L’evoluzione e l’aumento di complessità  

Modelli evolutivi ] Wilson ] Lewontin ] adattamento ] [ Teilhard de Chardin ] Monod ] Jacob ] Simpson ] Lynn Margulis ] Gould ] Mayr ]

Pierre Teilhard de Chardin  entrò a trent’anni nella Compagnia di Gesù. Dopo aver preso parte alla prima guerra mondiale, conseguì il dottorato in scienze naturali alla Sorbona. Partecipò soprattutto in Cina a varie spedizioni paleontologiche tanto da poter essere considerato il fondatore della moderna paleontologia cinese ; contribuì alla scoperta dell’uomo di Pechino.

È noto al grande pubblico per la sua opera filosofica e teologica, volta a conciliare le novità dell’evoluzione biologica con la teologia cristiana, ma è anche uno degli studiosi che dal punto di vista scientifico più ha contribuito a sviluppare una nuova concezione dell’evoluzione. Insieme al geochimico sovietico Vladimir Vernadskij ha proposto una nuova visione dell’evoluzione che può essere definita biosferocentrica.

È stato fra i primi a considerare il problema della complessità come problema fondamentale della biologia, ponendo l’accento sulla necessità da parte di questa disciplina di sviluppare un metodo di studio che permetta di indagare fenomeni ad alta complessità. Durante il suo soggiorna cinese propose la nascita di una nuova scienza, la geobiologia volta ad indagare l’evoluzione partendo dall’ipotesi che l’elemento fondamentale per lo studio dell’evoluzione sia la Biosfera che si evolve come un’unica entità complessa. Secondo Teilhard l’evoluzione, presa come visione d’insieme, si mostra come un fenomeno caratterizzato da un movimento di vita verso la complessità. Questo movimento presenta rami evolutivi che corrono paralleli : caratteri simili emergono in rami evolutivi ormai separati. L’evoluzione è dunque rappresentata da canalizzazione e da parallelismi. La canalizzazione più importante è quella che porta verso forme con sempre maggiore complessità. Altra caratteristica è quella di presentare effetti soglia quali ad esempio quelli che determinano l’origine della vita e del pensiero. Così Teilhard de Chardin ha proposto una linea di indagine che è stata  confermata dalle odierne applicazioni alla biologia evolutiva della teoria dei sistemi, della matematica della complessità e delle catastrofi ed ha avuto uno sviluppo, forse discutibile ma indubbiamente interessante, con l’ipotesi Gaia di James Lovelock e Lyn Margulis

Recentemente le tesi di de Chardin sono state riprese da numerosi studiosi; in particolare, in Italia va menzionato il professor L. Galleni, docente di Zoologia generale presso l'università di Pisa ed autore, fra l'altro di Biologia, ed. La Scuola, 2000

Il brano seguente è tratto da Il posto dell’uomo nella natura trad. it. Il Saggiatore, Milano

...Sullo psichismo degli animali, naturalisti e filosofi hanno da sempre sostenuto le tesi più diverse. Per gli Scolastici dell’antica Scuola, l’istinto è una specie di sub - intelligenza omogenea e fissa che contrassegna una delle fasi ontologiche e logiche attraverso le quali, nell’Universo, l’essere «si digrada», si irradia, dal puro Spirito sino alla pura Materialità. Per il Cartesiano, esiste solo il pensiero; e l’animale, sprovvisto di una qualsiasi interiorità, è soltanto un automa.[...], per la maggior parte dei biologi moderni, istinto e pensiero non sono nettamente separati, - essendo l’uno e l’altro poco più di una specie di luminescenza di cui si travestirebbe il gioco, solo essenziale, dei determinismi della Materia. Da tutte queste opinioni contrastanti emerge la parte di verità in esse contenuta, mentre si rende pure manifesta la causa degli errori, non appena si assume il punto di vista adottato in queste pagine e ci si decide a riconoscere: 1) che l’istinto, anziché essere un epifenomeno, traduce con le sue differenti espressioni il fenomeno vitale stesso, e 2) che esso rappresenta pertanto una grandezza variabile. Che cosa accade, infatti, se per osservare la Natura, ci poniamo in questa prospettiva? Anzitutto, noi realizziamo meglio nella nostra mente il fatto e la causa della diversità dei comportamenti animali. Dal momento che l’Evoluzione è una trasformazione soprattutto psichica, non esiste un istinto nella Natura, bensì è presente una moltitudine di forme d’istinti, di cui ciascuna corrisponde a una soluzione particolare del problema della Vita. Lo psichismo dell’Insetto non è (e non può più essere) quello del Vertebrato, - né l’istinto dello Scoiattolo quello del Gatto o dell’Elefante: e ciò per lo stesso posizionamento di ciascuno sull’Albero della Vita.   Di conseguenza, in questa varietà cominciamo a vedere che spicca giustamente un rilievo, che si delinea una gradazione. Se l’istinto è una grandezza variabile, gli istinti non possono essere soltanto diversi: essi formano, sotto la loro complessità, un sistema in sviluppo, - disegnano, nel loro insieme, una specie di ventaglio i cui estremi superiori di ogni nervatura sono sempre caratterizzati da maggior possibilità di scelta, che si appoggia a un centro meglio definito di coordinamento e di coscienza. Ed è precisamente ciò che osserviamo. Lo psichismo di un Cane, checché se ne dica, è di fatto superiore a quello di una Talpa o di un Pesce   Detto questo, in cui non ho fatto altro che presentare sotto una nuova angolazione ciò che ci ha già rivelato lo studio della Vita, gli spiritualisti non devono preoccuparsi se, negli animali superiori (le grandi Scimmie, in particolare) essi osservano o sono costretti a vedere, comportamenti e reazioni che ricordano stranamente quelli di cui si servono per definire la natura, e rivendicare la presenza dell’Uomo, di un’«anima ragionevole». Se, come abbiamo detto, la Storia della Vita non è nient’altro che un moto di coscienza velata di morfologia, è inevitabile che verso la sommità della serie, nelle vicinanze dell’Uomo, gli psichismi giungano e si manifestino a fior d’intelligenza. Ed è ciò che precisamente accade.   Ne consegue che è lo stesso «paradosso umano» a esserne illuminato. Rimaniamo perplessi constatando quanto poco l’«Anthropos», nonostante certe prerogative mentali incontestabili, differisca anatomicamente dagli altri Antropoidi; - tanto perplessi che quasi rinunceremmo a separarli, almeno verso il punto di origine. Ma, una così straordinaria somiglianza non è in definitiva ciò che doveva accadere?...   Quando l’acqua, a pressione normale, è giunta ai 100 gradi, se la si scalda ulteriormente, il primo fenomeno che si manifesta, - senza cambiamento di temperatura - è la tumultuosa espansione delle molecole liberate e vaporizzate. - Allorché, lungo l’asse ascendente di un cono, si susseguono sezioni di area costantemente decrescente, giunge il momento in cui, per un ulteriore spostamento infinitesimale, la superficie svanisce, essendo diventata un punto. - Così, mediante que ste lontane analogie, possiamo immaginare il meccanismo del passo critico della Riflessione.   Alla fine del Terziario, da oltre 500 milioni di anni, la temperatura psichica si elevava nel mondo cellulare. Di Branca in Branca, di Strato in Strato, i sistemi nervosi, lo abbiamo visto, pari passo si complicavano e si concentravano. A1 termine del processo, si era edificato, dalla parte dei Primati, uno strumento così mirabilmente flessibile e ricco che il passo immediatamente successivo non poteva essere compiuto senza che lo psichismo animale si trovasse come rifuso, e consolidato in se stesso. Ma il movimento non si è arrestato: poiché nella struttura dell’organismo non c’era alcunché che gli impedisse di proseguire oltre. All’Antropoide portato «mentalmente» a 100 gradi, alcune calorie sono state ancora aggiunte. Nell’Antropoide, quasi giunto al vertice del cono, un ultimo sforzo si è esercitato lungo l’asse. E non vi è stato bisogno di null’altro perché tutto l’equilibrio interiore si trovasse capovolto. Quella che era solo una superficie centrata è diventata un centro. Per un accrescimento «tangenziale» infimo, il «radiale» si è rovesciato, ed è, per così dire, saltato all’infinito in avanti. Apparentemente, quasi nulla è mutato negli organi. Ma, in profondità, ecco compiersi una grande rivoluzione: la coscienza che prorompe, ribollente, in spazi di relazioni e di rappresentazioni sovrasensibili; e, contemporaneamente, la coscienza che diventa capace di contemplare se stessa nella semplicità raccolta delle sue facoltà, e tutto questo per la prima volta ‘ .   Gli spiritualisti hanno ragione nel difendere così aspramente la sicura trascendenza dell’Uomo sul resto della Natura. E neppure hanno torto i materialisti quando sostengono che l’Uomo è soltanto un nuovo termine nella serie delle forme animali. In questo caso, come in tanti altri, le due evidenze antitetiche si risolvono in un movimento, purché a tale movimento venga attribuita la parte essenziale nel fenomeno, così altamente naturale, di «cambiamento di stato». Sì, dalla cellula all’animale pensante, come dall’atomo alla cellula, uno stesso processo (sovraeccitazione o concentrazione psichica) si svolge senza interruzione, sempre nel medesimo senso. Ma, per la stessa continuità del processo, è inevitabile, dal punto di vista della Fisica, che certi salti trasformino bruscamente il soggetto sottoposto all’operazione...

La scelta antologica del presente brano è stata suggerita dal professor Galleni, che ringraziamo.

 

Precedenti Charles Darwin Gli sviluppi