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Il viaggio di Darwin

La teoria dati Malthus 

Vinte le resistenze del padre, Charles partì per il lungo viaggio il 27 dicembre. L’imbarcazione salpò da Devemport per completare il rilevamento della Patagonia e della Terra del Fuoco, ispezionare le coste del Cile, del Perù e di alcune isole del Pacifico

L’inizio del viaggio non fu dei più facili per il naturalista che soffriva il mar di mare e doveva condividere l’alloggio col capitano del vascello FitzRoy, un individuo arrogante, disumano con la truppa, creazionista convinto, insomma sostenitore di tutto ciò che il giovane naturalista disapprovava. Per uno strano gioco del destino, fu forse proprio questa convivenza forzata, che rinsaldò in lui convinzioni del tutto opposte a quelle incarnate dal suo ospite. 

I 5 anni trascorsi a visitare terre lontane, di cui in Europa si avevano notizie frammentarie, furono fondamentali per la formazione scientifica di Darwin; il naturalista raccolse una gran messe di materiali e dati, al cui riordino lavorò a lungo al suo ritorno in patria e che sarebbero serviti come base per l’elaborazione della sua teoria 

Ecco alcune pagine tratte dal Viaggio di un naturalista attorno al mondo; l'intero volume può essere scaricato al sito http://www.literature.org/authors/darwin-charles/the-voyage-of-the-beagle/.

In formato PDF può essere scaricato anche cliccando qui 

 Resti fossili

Le grandi dimensioni delle ossa dei mammiferi megateroidi, che comprendono il Megatherium, il Megalonyx, lo Scefidotheiium e il Mylodon, sono davvero meravigliose. Le abitudini di vita di questi animali erano un completo mistero per i naturalisti, fino a quando il professor Owen non risolse recentemente il problema con notevole ingegnosità. I denti indicano, per la loro struttura semplice, che questi megateroidi erano vegetariani e mangiavano probabilmente le foglie e i ramoscelli degli alberi; le loro forme poderose e le unghie fortemente ricurve sembrano così poco adatte alla locomozione, che qualche eminente naturalista ha realmente creduto che, come i tardigradi, ai quali sono strettamente affini, essi vivessero arrampicandosi sugli alberi e nutrendosi delle loro foglie. Era un'idea ardita, per non dire assurda, concepire degli alberi, sia pure antidiluviani, con rami forti abbastanza da reggere animali grandi come elefanti. Il professor Owen, con ipotesi più plausibile, ritiene che, invece di arrampicarsi sugli alberi, essi ne tirassero a sé i rami e sradicassero quelli più piccoli per mangiarne così le foglie. L'ampiezza e il peso colossali dei loro quarti posteriori, che si possono a stento immaginare senza averli veduti, diventano, secondo questa ipotesi, un evidente vantaggio, invece che essere un ingombro: la loro apparente pesantezza scompare. Con le loro grandi code e i massicci calcagni piantati fortemente sul terreno come un tripode, essi potevano liberamente esercitare tutta la forza delle loro potentissime zampe e dei grandi artigli… 

 I fringuelli delle Galapagos

    Raccolsi ventisei specie di uccelli terrestri, tutti peculiari dell’arcipelago e assenti altrove… fra l’altro …tre specie di tordi beffeggiatori, una forma altamente caratteristica dell'America. Gli altri uccelli terrestri formano un gruppo molto singolare di fringuelli, affini tra di loro per la struttura del becco, la coda corta, la forma del corpo e il piumaggio; ve ne sono tredici specie, che il signor Gould ha diviso in quattro sottogruppi. Tutte queste specie sono particolari di questo arcipelago e lo stesso vale per l'intero gruppo, ad eccezione di una specie del sottogruppo Cactornis, importata recentemente dall'isola Bow, nell'arcipelago Low'. Le due specie di Cactornis si possono vedere spesso arrampicarsi intorno ai fiori dei grandi alberi di cactus, ma tutte le altre specie di questo gruppo di fringuelli, unite in piccoli stormi, vivono sul terreno arido e sterile delle zone piú basse. I maschi di tutte queste specie, o certamente della maggior parte, sono di un nero brillante e le femmine (forse con una o due eccezioni) sono brune. Il fatto piú curioso è la perfetta gradazione nelle dimensioni del becco delle diverse specie di Geospiza, da uno largo come quello di un frusone, a quello di un fringuello e … persino a quello di una silvia. Il becco piú grande del genere Geospiza è illustrato alla lettera a) e il piú piccolo alla lettera c), ma invece di esservi soltanto una specie intermedia, con un becco di dimensioni come quelle alla lettera b), vi sono non meno di sei specie con becchi varianti insensibilmente. Il becco del sottogruppo Certhidea è illustrato alla lettera d). Il becco del Cactornis assomiglia un po' a quello di uno storno e quello del quarto sottogruppo, Camarhynchus, ricorda quello di un pappagallo. Osservando tale gradazione e diversità di struttura in un gruppo piccolo e molto omogeneo di uccelli, si potrebbe realmente immaginare che da un originario esiguo numero di uccelli di questo arcipelago una specie sia stata modificata per finalità diverse…

 
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Megatherium

 

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Bradipo

 

 

 

 

 

 

 

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