Nowhere /AnywhereL'inglese Samuel Butler (1835-1902), figlio e nipote di sacerdoti della chiesa anglicana, destinato lui stesso a rivestire l’abito talare, studiò alla Shrewsbury School e frequentò il St John's College di Cambridge. Negli anni 1858-59, per prepararsi al sacerdozio, visse in una povera parrocchia di Londra e in questo ambiente maturarono i primi dubbi sull'azione salvifica della religione: i fanciulli, sia che fossero o meno allevati nella fede religiosa, tenevano lo stesso comportamento; ne scrisse al padre, sperando in una risposta che fugasse le sue perplessità, ma questi si mostrò estremamente contrariato, non potendo ammettere che il figlio potesse cambiare idea poco prima di prendere i voti. La reazione del padre confermò i dubbi di Samuel, che senza indugio nel 1859 decise di imbarcarsi in cerca di fortuna per la Nuova Zelanda. Qui fece con discreto successo l'allevatore di pecore ed ebbe anche il tempo di leggere molto; fu in questo periodo, fra l'altro, che si accostò al pensiero di Darwin, rimanendone entusiasta, tanto da scrivere allo scienziato una lettera di plauso a proposito dell’L’origine della specie. Tornato in Inghilterra nel 1864, si stabilì a Londra a Clifford's Inn, dove visse sino alla morte, scrivendo, dipingendo e dedicandosi alla traduzione dal greco dell’Iliade e dell’Odissea. Nell'ambiente londinese, il dibattito suscitato dall'Origine ferveva vivace e Butler pensò di poter dare il proprio contributo. Inizialmente appoggiò lo scienziato inglese, ma poi, probabilmente influenzato dalle critiche di Mivart sottolineò che le modifiche apportate dall'ambiente erano fondamentali per la trasformazione della specie (concetto peraltro già presente nel pensiero di Darwin). Successivamente, dopo la lettura della Filosofia zoologica di Lamarck e del libro di Jackson Mivart, Genesi della Specie, in cui era attaccata l'ipotesi della selezione, Butler si convinse che in realtà Darwin non aveva detto niente di importante, niente per lo meno che non avesse già affermato, cinquanta anni prima, Lamarck, ed espresse questa convinzione in numerosi articoli e in due saggi, Life and habit (1878) e Evolution, Old and New (1879). In quest’ultima opera erano ulteriormente ribadite le critiche che egli muoveva alla teoria darwiniana, accusata di non lasciare margini di libertà all'individuo e di non consentire il controllo di una Mente creativa sul processo evolutivo, a differenza di quanto avevano sostenuto Lamarck ed Erasmo Darwin, posizioni queste che Butler mediò probabilmente da Owen. L’ultimo suo approdo filosofico si espresse in un netto rifiuto del meccanicismo e si precisò in direzione del pragmatismo e del vitalismo di impronta bergsoniana.
Trama e commentoErewhon (rovesciamento di no where, in nessun posto) è il romanzo più importante di Butler, originato da una serie di articoli che egli scrisse per il giornale neozelandese, The Press, tra il 1860 e il 1864: precisamente, Darwin among the machines, The mechanical Creation, Lucubratio Ebria. La forma narrativa ripropone il tema del viaggio in un paese immaginario, inaugurato nella tradizione inglese da Daniel Defoe e Jonathan Swift. In realtà, il paese immaginario è l’Inghilterra del periodo vittoriano, la cui società, moralista e vacua, salutista e culturalmente povera, benestante e meschina, è rivisitata da Butler con sarcasmo e ironia. La trama ha come protagonista il biondo e ambizioso Higgs, che arriva in una colonia britannica di nuovo insediamento (la Nuova Zelanda) col dichiarato scopo di "potersi arricchire più rapidamente che in Inghilterra". Le terre migliori sono però già occupate, cosicché egli pensa di recarsi al di là di impervie e invalicate montagne, che sembra nascondano terribili segreti, ma in cui probabilmente potrebbero esserci buone terre da pascolo non ancora sfruttate e forse qualche filone aurifero. Dopo un drammatico viaggio si ritrova, appunto, in Erewhon. Nel paese, retto istituzionalmente da una monarchia, gli uomini sono sani e forti e le donne gentili e belle; accoglienti gli alberghi, buono il cibo. La vita scorre senza scontri dovuti ad ambizione o a competizione e con la piena accettazioni di alcune apparenti stranezze: i delinquenti sono sottoposti a visite mediche e curati, mentre i malati sono condannati ad ammende o alla prigione; i ladri sono valutati in base alla destrezza con cui hanno compiuto i furti, mentre gli ingenui sono severamente perseguiti; i luoghi di culto sono diventati Banche musicali dove si specula sulle ricompense eterne attraverso una contabilità particolare, fatta di versamenti dietro cambiali; le scuole insegnano agli alunni ragionamenti di ipotetica, la cultura impone la tirannia della maggioranza contro la genialità e una nuova divinità, Ydgrun (la vittoriana Mistress Grundy" (1) stabilisce le regole del bon ton; inoltre dalla realtà quotidiana sono state cancellate le macchine, i cui esemplari -dagli orologi (2) alle locomotive- sono esposti nei musei, come cimeli di orrori che, se non estirpati in tempo, avrebbero ridotto gli uomini in servitù. Il giovane Higgs scoprirà a sue spese quanto conti in Erewhon un bell’aspetto -gli abitanti e in particolare i sovrani apprezzano molti i biondi-; è infatti grazie a questa qualità del tutto esteriore che sarà liberato dal carcere dove era finito per una colpa considerata dal tribunale molto grave, cioè il possesso di un orologio. Invitato a pranzo dal ricco Nosibor (è evidente il riferimento a Robinson, l’eroe di Defoe), un funzionario disonesto controllato da un “raddrizzatore” per essere curato, il nostro eroe si innamora di sua figlia Arowhena, la secondogenita, ma la sua richiesta si infrange contro le regole familiari che gli imporrebbero come consorte la primogenita. Higgs e Arowhena, però, riescono a fuggire su un pallone aerostatico; giunti in Inghilterra, sognano di tornare nel paese per convertirne gli abitanti . Questa, in sintesi, la trama; ma qual è il significato dell’Erewhon di Butler? E perché proporne la lettura nell’ambito della disciplina di Scienze naturali? Erewhon è, in generale, una satira dell’Inghilterra vittoriana, impregnata di moralismo e di “materialismo onesto”, un paese i cui abitanti esibiscono con orgoglio e supponenza il proprio standard di vita e il proprio modello di civiltà e, nello specifico, rappresenta una critica impietosa e una protesta contro le istituzioni religiose, scolastiche, culturali proprie della società inglese a lui contemporanea, contro l’ipocrito perbenismo nei comportamenti e il vuoto appagamento delle persone nel benessere materiale. Non si dimentichi che in Erewhon il conformismo è la regola e il genio è guardato con riprovazione; inoltre, la società è organizzata in modo da operare una sorta di selezione razionale e programmata: le persone sole e senza appoggio, i malati, i derubati vengono trattati da delinquenti e come tali puniti, selezionati negativamente, mentre i ladri, gli omicidi, gli amministratori disonesti sono considerati malati, curati amorevolmente e rieducati, Come si può notare, il registro stilistico è, sotto questo profilo, lo stesso dei dipinti di William Hogarth (1697—1764). Eppure, l’Erewhon di Butler non è solo questo, perché nei tre capitoli intitolati Il libro delle macchine l’incalzante ironia dell’autore contro la selezione darwiniana e la sua capacità di delineare come nuovo scenario della lotta per la sopravvivenza quello connesso all’antagonismo tra le macchine e l’uomo, per un verso, conferiscono a molte di queste pagine quasi un tocco di divinazione sul futuro cibernetico che attendeva l’umanità, per l’altro, attribuiscono a una prosa intensa e concitata i connotati di un manifesto post-moderno che enunci i rischi cui l’umanità è esposta per l’inarrestabile ascesa le macchine e il conseguente dominio che esse riusciranno ad imporre sull’uomo. Questa parte del romanzo consente numerosi spunti di riflessione:
In questo brano, il riferimento alla lotta per l'esistenza di Darwin è quasi letterale.
Questa affermazione può anche essere letta come una sorta di profezia: non ci sono alcuni che sono completamente contrari al genoma perché in esso vedono proprio questo rischio? Nella valutazione complessiva del romanzo e nel giudizio del suo autore non possono peraltro essere trascurate due considerazioni. La prima è collegata alla constatazione che un mondo, come quello di Erewhon, in cui ha vinto il partito contrario all'esistenza delle macchine, non è però più libero e felice : attraverso una "selezione artificiale", attuata in base alle leggi ipotizzate da Lamarck (adattamento all'ambiente) e Darwin (selezione differenziale) è stato possibile eliminare i malati, i poveri, le persone sole e tristi; le persone ottuse e conformiste vengono accolte con il massimo di benevolenza e premiate; in questa terra felice la società "ben pensante", seria e ricca, non viene disturbata da visioni sgradevoli o da idee troppo intelligenti. La seconda riguarda la fuga, giacché di questo poi si tratta: una fuga resa possibile dal pallone aerostatico, in qualche modo connesso al mondo delle macchine.
Il ritorno da Erewhon, effettuato da Higgs e Arowena, è dunque una sorta di ritorno dal futuro? E Butler, questo autore sarcastico e ironico, è davvero un rivoluzionario post-moderno’? Per la verità, al termine della lettura si è orientati a rispondere negativamente ad entrambi i quesiti. Infatti, nel suo vero significato -soltanto in apparenza rovesciato- quel ritorno non è dal futuro al presente, bensì dal presente industrializzato a un presente industrializzato “corretto” e “controllato”, che poi ad un’analisi razionale risulta essere assai prossimo al passato pre-industriale (pallone aerostatico). E il nostro Butler? Fustigatore di costumi e anticonformista quanto si vuole, non riesce ad impedire che lo salutiamo lasciandolo in compagnia di William Morris e George Bernard Shaw, e che prendiamo commiato da lui come da un conservatore illuminato. 1 Mrs Grundy è un personaggio assurto a simbolo dell'atteggiamento ipocrita e perbenista della società vittoriana 2 Mentre l'orologio gli viene tolto, il protagonista pensa all'arcidiacono Paley e ne capovolge l'argomentazione "... un selvaggio, vedendo un orologio, (afferma Paley) capisce subito che si tratta di un oggetto creato dall'uomo ma l'espressione di orrore e costernazione del magistrato gli fa capire "... che stava considerando l'orologio come il creatore stesso di lui e dell'universo... Mi balenò il sospetto che la gente assolutamente digiuna della civiltà europea poteva assumere tanto l'uno quanto l'altro punto di vista e provai stizza verso l'arcidiacono che mi aveva così sviato... |
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