L'uomo e gli altri animali, intuizione e apprendimento
da Darwin Charles, L'origine dell'uomo e la scelta sessuale, a cura
di Brunetto Chiarelli, BUR, 1982 (pp.64-65)
".... Dobbiamo pure ammettere che vi è una distanza
molto maggiore fra la capacità mentale di uno degli infimi pesci, come una
lampreda od un Amphioxus lanceolatus, ed una delle scimmie più
perfette, che non fra una scimmia e l'uomo; tuttavia questo immenso
intervallo è colmato da innumerevoli gradazioni. ....
Non è lieve neppure la differenza nelle disposizioni
morali fra un barbaro, come quello descritto dall'antico navigante Byron,
il quale schiacciò contro gli scogli un suo figliolo perché aveva lasciato
cadere un panierino di ricci di mare, ed un Howard od un Clarkson; e
nell'intelletto, fra un selvaggio che non fa uso di vocaboli astratti, e
Newton o Shakespeare. Queste differenze fra gli uomini superiori delle
razze più elevate ed i selvaggi più primitivi si riallacciano però con
lievissime gradazioni. Quindi è possibile che possano scomparire e
svilupparsi le une nelle altre.
Mi propongo in questo capitolo di dimostrare soltanto
che non vi è differenza fondamentale fra l'uomo ed i mammiferi più elevati
per ciò che riguarda le loro facoltà mentali. ...La variabilità di questa
facoltà (mentali) fra individui della medesima specie è per noi un punto
importantissimo, e ne darò qui alcuni esempi. Ma sarebbe superfluo entrare
in troppi particolari su questo argomento, mentre mi sono assicurato che
tutti quelli che hanno avuto a che fare per lungo tempo con vari animali,
compresi gli uccelli, sono unanimemente dell'opinione che esiste fra i
vari individui una grande diversità in ogni caratteristica mentale. In
qual modo si siano sviluppate dapprima le facoltà mentali negli organismi
inferiori, è una ricerca senza speranza, come quella intorno al modo in
cui si è sviluppata la vita. Questi sono problemi per un lontano avvenire,
se pure l'uomo riuscirà mai a scioglierli.
Siccome l'uomo è fornito degli stessi sensi degli
animali inferiori, le sue intuizioni fondamentali debbono essere le
stesse. L'uomo ha pure comuni con essi alcuni istinti, come quello
dell'auto-conservazione, l'amore sessuale, quello della madre per il
piccolo, la facoltà di quest'ultimo di poppare, e così via dicendo.
Ma l'uomo, forse, ha un minor numero d'istinti di
quello che abbiano gli animali che lo seguono immediatamente nella serie
degli esseri viventi. L'orango delle isole orientali, e lo scimpanzé
dell'Africa, si costruiscono piattaforme per dormire; e siccome queste due
specie hanno la stessa abitudine, si potrebbe asserire che ciò è prodotto
dall'istinto: ma questo fatto può forse essere l'effetto di una
somiglianza di necessità e di potere di ragionamento pari in entrambi
questi animali. Per quanto possiamo notare, queste scimmie sanno
distinguere e scansare molti frutti velenosi dei tropici, mentre l'uomo
non possiede questa cognizione; ma siccome i nostri animali domestici
quando vengono portati in paesi forestieri e condotti al pascolo in
primavera mangiano spesso erbe velenose, che in seguito imparano a
scansare, così noi non possiamo esser certi che le scimmie non abbiano
imparato per l'esperienza propria o quella dei loro genitori a scegliere i
frutti. È tuttavia cosa certa, come vedremo, che le scimmie hanno un
terrore istintivo dei serpenti e probabilmente anche di altri animali
pericolosi.... " |