Björn KurténIl finlandese Björn Kurtén (1924-1989), docente di paleontologia presso l’università di Helsinki dal 1972 al 1988, è stato, insieme a George G. Simpson, il padre fondatore del movimento scientifico che rintracciò in numerosi dati paleontologici consistenti conferme alla teoria evolutiva di Darwin. Nei suoi studi Kurtén ha sempre mostrato una grande attenzione agli aspetti paleoecologi e questo aspetto della sua ricerca gli ha consentito di ricostruire con grande precisione la flora e la fauna del passato e le loro reciproche interazioni. Le sue opere scientifiche più significative sono: Variazione e dinamica delle popolazioni di mammiferi fossili e recenti (1953), I mammiferi del pleistocene in Europa (1968) I mammiferi del pleistocene in Nord America (1980), Evoluzione e fossili di mammiferi (1988). Nel 1988 gli venne attribuito l'Unesco Kalinga Prize, premio conferito agli scienziati che si sono distinti per opere di divulgazione ; in questo campo, la sua produzione è stata numerosa: L'età dei dinosauri (1966), L'età dei Mammiferi (1972), Storia dell'Orso delle caverne (1976), Gli assassini innocenti (1991), I nostri più antichi antenati (1993) Kurtén si è misurato anche con due bei romanzi ambientati nelle terre del Nord di 30000 anni fa, La danza della tigre e Zanna sola [i]
Trama e commentoI due volumi costituiscono una sorta di saga familiare degna della migliore tradizione nordica; essi narrano la vita quotidiana nella Scandinavia del sud avvolta dai ghiacci, di un clan di Neri, che si autodefiniscono Uomini, i Cro-Magnon, e di un gruppo di bianchi Neandertalaliani. Questi ultimi raccolgono un giovane Nero ferito, Tigre, e lo curano con affetto e dedizione, vedendo in lui e nei suoi compagni personaggi simili a dei, per il loro aspetto elegante,mentre Tigre, a sua volta, lentamente rimane affascinato dalla loro dolcezza, dai modi gentili mascherati da un aspetto in apparenza feroce. Dall'incontro delle due popolazioni nascono i Bruni, intelligenti, agili e forti, ma segnati da un destino infelice; alcuni di loro tenteranno una disperata quanto vana rivolta che porterà solo lutti. I due libri sono innanzi tutto romanzi dalla trama avvincente, ma gran parte del loro fascino è strettamente legato alla capacità dell’autore di descrivere con efficacia un mondo completamente scomparso e nel restituire nuova vita al mammuth, alla tigre dal denti a sciabola, all'alce gigante e a tutti gli innumerevoli abitanti animali e vegetali delle foreste e delle steppe del Paleolitico . I Neri ed i Troll sono dolci o violenti, amanti fedeli o volubili, cercano scorciatoie per la felicità o si piegano al sacrificio per gli altri, hanno cura dei piccoli e dei vecchi o uccidono brutalmente per stupidità o ingordigia, temono gli dei o se ne fanno beffe, cercano il potere o le piccole felicità legate al quotidiano. Quegli uomini, insomma, sebbene molto più dipendenti dagli eventi naturali, siamo noi, nel bene e nel male, i loro bisogni e i loro desideri sono i nostri . Kurtén – e per chi si occupa di Scienze Naturali questa è la parte più interessante dei due libri- utilizza le sue conoscenze per ricreare una storia che, sebbene non avvalorata da evidenze sperimentali, risulta credibile sul piano scientifico. Ai fini di una possibile utilizzazioni didattica nei due romanzi sono presenti contenuti e argomenti di indubbio rilievo .
Kurtén propone una elaborazione completamente nuova della nostra storia evolutiva. Gli sgraziati uomini di Neandertal, che nell'immaginario collettivo restano associati a forme bestiali e stupide, erano in realtà perfettamente umani: avevano una capacità di controllo invidiabile sul territorio, curavano i loro piccoli e gli anziani (cosa del resto testimoniata da resti fossili di anziani gravemente menomati); erano quindi simili ai nostri diretti antenati, i Cro - Magnon. Questi ultimi, che nei due romanzi hanno i volti con i primi caratteristici tratti dell'uomo moderno, furono indubbiamente in grado di costruire strumenti più sofisticati e si aprirono all'arte, lasciandoci gli enigmatici affreschi che in tante parti del vecchio continente ci danno testimonianza della loro civiltà, ma non appaiono i migliori, i più intelligenti, i più abili o i più feroci, come molti hanno ipotizzato; sono semplicemente i sopravvissuti nell’eterno gioco dei possibili che non necessariamente premia il più adatto in assoluto. I due racconti ci insegnano anche come l’uomo da sempre abbia temuto il diverso, per pelle, abitudini o credo religioso e come soltanto la sua conoscenza possa placare la diffidenza e mettere in luce le somiglianze . Sotto questo aspetto, il finlandese Björn Kurtén, fine poeta che faceva di professione il paleontologo, mentre tracciava una ricostruzione indimenticabile delle nostre radici, ci regalava una storia su cui continuare a riflettere. Approfondimento: I NeanderthalianiApprofondimento: I Cro-MagnonApprofondimento: NeoteniaApprofondimento: La danza della tigre
* Foto ripresa dal sito: http://www.ifi.unizh.ch/staff/zolli/CAP/Gib2.htm [i] Kurtén Björn La danza della tigre, Muzzio, 2002; Zannasola, Editori Riuniti, 1990 [ii] Molto utili a questo proposito sono i volumi: Tattersall Jan Il cammino dell'uomo, Garzanti, Milano1998 Diamon Jared, Il terzo scimpanzé, Bollati Boringhieri,Torino 1994 |
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