LA CONQUISTA DEL TEMPO PROFONDOLa consapevolezza della enorme profondità del nostro passato naturale è il frutto di un’acquisizione recentissima. Tradizionalmente si fa risalire questa conquista alla nascita della geologia scientifica prima e dell’evoluzionismo biologico poi (soprattutto del darwinismo). Prima del 700 né i viventi né la Terra hanno storia; nel 700 i viventi non hanno storia mentre la conquista la Terra; dall’800 le due storie, i due tempi cominciano a integrarsi. La petizione di una profondità crescente si è accompagnata alla ricerca di metodi e tecniche di misurazione del tempo, che solo in questo secolo hanno trovato una soluzione e una stabilizzazione con l’uso della radioattività. In epoca pre-evoluzionista non era stato minore l’interesse per il passato (connaturato alla nostra essenza di creature storiche) dell’uomo e della terra, né era stato meno intenso ed accurato lo sforzo di fornire una misura della quantità del tempo trascorso dalle origini dell’uno e dell’altra ai giorni nostri. la differenza stava in una cornice culturale e intellettuale profondamente diversa, oltre che nella indisponibilità di tecniche sofisticate di misurazione. Uno dei tentativi più celebri di fornire una datazione delle origini fu quello compiuto dall’arcivescovo irlandese James Ussher (1581 - 1656) che fissò la creazione alle ore 12 del 23 ottobre del 4004 avanti Cristo. Non c’è manuale di scienze naturali che - generazione dopo generazione - non citi questo lontano precedente, e non lo faccia con almeno una punta di ironia, sufficiente per coprire di ridicolo agli occhi del lettore - studente questo personaggio e la sua fatica, nella quale viene individuata la quintessenza dell’oscurantismo pre-scientifico. . |
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