Home Cro-magnon La danza della tigre Neandertal secondo Kurtén Un artista Neotenia NeandertalIndice

Un antico artista è all'opera

Da La danza della tigre, pgg 231- 232

“... C'erano due cavalli, ciascuno con la testa eretta, il ventre pendulo, la criniera al vento. Orecchie ritte; dov'è il nemico? Un gioco di muscoli sotto la pelle, un attimo prima di lanciarsi al galoppo. Il grosso orso con la sua andatura rollante, greve e sgraziata, ciò nondimeno una grande forma che incede tranquilla, con le punte delle zampe all'indentro e lunghi artigli neri che risuonano sulle rocce. Un lupo sembrava minacciare il mammut: vana speranza! Grotta di LascauxGrigio e furioso, con il suo lungo muso e gli occhi avidi, teneva però la coda fra le zampe.

La figura alla base del lato settentrionale era l'irsuto rinoceronte, solo e indifferente, con il muso che quasi toccava il suolo e il lungo corno puntato in avanti. Io me ne vado per i fatti miei e nulla mi spaventa; prego, fatevi da parte, io non vi vedo né vi sento; il mondo mi appartiene e io vivo solo in esso. Iene, due; una non è nulla, ma due sono un branco pronto a qualsiasi cosa. Si guardano sogghignando e sembra quasi di sentire le loro risate stridule. PoiGrotta di Lascaux la lince col suo muso tondo, i ciuffetti di peli sulle orecchie, gli arti come colonne, le grandi zampe morbide e la breve coda alzata: lo spirito dell'albero. Le Potenze erano al fianco di Tigre. Non sapeva come e quando avessero risposto alle sue domande, ma un mattino si svegliò accanto a Sterna e tutto gli era chiaro; tutto ciò che aveva cercato e che le Potenze avevano voluto dirgli mediante le visioni e la voce della signora Rondine. Quando comunicò il suo piano ad Alloro e questi lo trasmise a Guado, la faccenda non fu più nelle sue mani. Non c'era nulla che potesse fare; il Bosco del Sole era fuori del suo territorio. Così continuò a portare alla luce le figure che erano già visibili per lui lungo la colonna. Il ghiottone, la foca, l'orso polare, il salmone: ognuno trovò il suo posto. Il buco di un nodo divenne l'occhio di uno scoiattolo; il colpo deviato di un'ascia, la sua coda piumosa. Qui l'alce dalle lunghe zampe sembrava sguazzare in un laghetto. Una farfalla svolazzava; era la testa-di-morto. Una cavalletta friniva il suo monotono canto. Perfino la vespa aveva trovato il suo posto. Gli uccelli invasero la composizione, connettendone le molte parti in un ritmico insieme...”

 

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