Prime fonti energetiche
Il reperimento di una fonte energetica stabile è stato
fondamentale per lo svilupparsi della vita; contrariamente a quanto pensavano
Miller e il suo gruppo intorno agli inizi degli
anni Cinquanta, nell'atmosfera
della terra quasi sicuramente non era presente nè l'ammoniaca né il
metano ma probabilmente solo acqua, ferro, anidride carbonica e
solfuro di idrogeno, molecole abbondanti presso le
bocche vulcaniche nella profondità degli
oceani, dove sono stati trovati
numerosi archeobatteri, molti dei quali utilizzano come fonte di nutrimento principale la pirite (FeS2, bisolfuro di ferro).
Riproducendo le condizioni ambientali del "brodo
primordiale" si ottengono molecole organiche ma in piccola
concentrazione e non è possibile ottenere catene di acidi grassi
sufficientemente lunghe; tutte le reazioni di
condensazione,
inoltre, sono sfavorite in ambiente acquoso; del resto sono state ottenute
molecole organiche (aminoacidi, acidi grassi, basi azotate) nelle più
diverse condizioni sperimentali e si è verificato che sono anche presenti
nella polvere cosmica che quotidianamente bombarda il nostro pianeta.
Christian de Duve, e con lui molti altri studiosi, hanno formulato l'ipotesi che sin dall'inizio si sia
avuto il
contemporaneo sviluppo di molecole in grado di autoriprodursi e di altre
capaci di attività metabolica e pertanto in grado di utilizzare una
qualche fonte energetica; i solfuri di ferro dovevano essere molto diffusi
nelle rocce degli oceani primordiali sotto forma per esempio di pirite (FeS2,
bisolfuro di ferro) e probabilmente anche altri minerali potevano
funzionare da catalizzatori (alcuni scienziati hanno formulato l'ipotesi
che si trattasse di argille).
I
tioli sono prodotti
frequenti delle esalazioni vulcaniche, molto diffuse agli albori della vita e il legame presente nei
tioesteri è ad alta energia, equivalente ai legami
fosfato nell'ATP. I
tioesteri ancora oggi sono coinvolti nella sintesi
di molti esteri, di peptidi, di acidi grassi, di steroidi (i precursori di
molti ormoni) e di molte altre molecole organiche, nonché in processi nei
quali l'ATP è consumato o rigenerato. Sulla base di queste considerazioni,
De Duve e molti altri scienziati ritengono che i tioli abbiano svolto lo stesso ruolo
in cui è impegnato attualmente l'ATP.
Lo ione ferro (Fe2+) avrebbe potuto rifornire attraverso
semplici reazioni ioni idrogeno ed idrogeno molecolare: l’ossidazione dello ione ferroso (Fe2+) a ione (Fe3+)
può avvenire attraverso diversi meccanismi, per esempio grazie
ai raggi ultravioletti,
abbondanti nell’atmosfera primitiva,
mentre il processo inverso è spontaneo in loro assenza. Questa ipotesi troverebbe conferma nel fatto
che atomi di ferro e di zolfo sono frequenti in molte molecole biologiche.. Altri pensano che ciò sia effettivamente
avvenuto, non sulla superficie delle acque, ma presso le sorgenti
idrotermali presenti nelle profondità degli oceani, dove vivono abbondanti
gli
Archeobatteri, che molti
ritengono le prime forme di vita comparse sulla terra. È molto probabile che
nell’archeano il pavimento basaltico degli oceani fosse ricchissimo di
camini vulcanici, ambienti caldissimi e ricchi di nutrienti inorganici
quali zolfo, manganese e appunto ioni ferro.
Insomma, molti studiosi (John Bernal (1951), Graham Cairns-Smith
(1982), de Duve (1995) e Günther Wächtershäuser (1998)) hanno suggerito che l'adsorbimento
su minerali
salini avrebbe potuto favorire le reazioni metaboliche che
hanno portato alla nascita delle macromolecole e il chimico tedesco Günther Wächtershäuser
ha formulato in proposito un modello molto argomentato; acidi grassi e lipidi, costituenti fondamentali delle
membrane
cellulari, possono aver aderito strettamente sulle superfici di pirite,
formando la cosiddetta "pizza primordiale"
e provocando un'espulsione dell'acqua che rende l'ambiente locale più
idrofobico; ciò avrebbe facilitato le reazioni di
condensazione e
quindi la formazione di
polimeri implicati nel metabolismo e di
molecole in grado di autoriprodursi.
Le superfici di minerali avrebbero anche avuto l'importante funzione di
orientare in modo preciso le molecole, costringendole ad assumere, nel
caso che esse siano chirali,
una specifica conformazione. Una
volta che la superficie minerale, almeno localmente, fosse stata ricoperta da
uno strato continuo di fosfolipidi, questi
avrebbero potuto
originare microsfere al cui interno avrebbero potuto
concentrarsi i
polipeptidi, le molecole ad alto livello energetico capaci di innescare cicli
metabolici completi e anche molecole in grado di conservare l’informazione
ereditaria, come per esempio i
ribozimi; legami fosfato avrebbero potuto rappresentare una
primordiale fonte di energia.
Christian de Duve (1917):
Il biologo belga è stato il fondatore dell'International Institute
of cellular and molecular Pathology e premio Nobel per la medicina nel
1974. |