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La vita è stata portata sulla Terra da altri luoghi?

Molti scienziati hanno ipotizzato che la vita sia sorta su altri pianeti e poi da questi sia approdata sulla terra. Lord Kelvin nel 1871 parlò di una sorta di infezione  causata dalla caduta di frammenti di meteoriti, in cui erano presenti forme batteriche, e che provenivano dalle rovine di altri mondi, mentre Hermann Helmholtz sostenne che forme di vita presenti nelle meteorite possono resistere all’impatto con l’atmosfera, se situate a sufficiente profondità nella roccia (1874). Nebulosa di OrioneArrhenius, agli inizi dello scorso secolo, ipotizzò che spore batteriche potessero viaggiare nello spazio, spinte dalla pressione delle radiazioni elettromagnetiche, sostando in quei pianeti dove esistevano condizioni favorevoli e fu lui che per primo utilizzò il termine panspermia, per sottolineare che i germi vitali esistono dappertutto e si diffondono dovunque sia un pianeta pronto ad accoglierle.

In tempi più recenti Hoyle, Crick e Orgel hanno parlato di "panspermia orientata", la terra, cioè, sarebbe stata “infettata” da forme di vita da alieni molto evolute, provenienti da altri sistemi solari. Al momento non esistono conferme in questo senso, mentre esistono prove che  molecole organiche e batteri possono essere approdate sulla terra attraverso la polvere meteorica o comete; sono infatti state scoperte in diverse meteoriti strutture somiglianti a batteri e molte esperienze hanno verificato che endospore batteriche possono sopravvivere a condizioni di vita simili a quelle presenti nello spazio interstellare: esse, infatti, sottoposte a radiazioni ultraviolette, vuoto spinto, temperature al di sotto di -180°C, sono sopravvissute. Si può anche pensare che RNA “nudo” sopravvissuto ad un viaggio spaziale in seno a una cometa o una meteorite, abbia potuto innescare i processi previsti dai modelli di Spiegelman ed Eigen.

Sino a non molti anni fa, l'ipotesi più accreditata era che i composti organici si fossero formati su pellicole fluttuanti sulle superfici di mari tiepidi, come sostenuto anche da Darwin, MillerFox. Alcune osservazioni astrofisiche, tuttavia, fanno pensare che la terra sia stata sottoposta a numerosi impatti con meteoriti proprio nel momento in cui è apparsa la vita. E' stata valutato che l'energia liberata sarebbe stata sufficiente a vaporizzare tutto l'oceano primordiale e quindi a eliminare tutte le prime forme di vita. David Uscher (1994) ha però calcolato, in base agli attuali modelli sull'evoluzione del sole, che la stella nel momento della sua formazione fosse almeno il 20 - 30% meno luminosa che attualmente e in queste condizioni, nonostante l'effetto serra causato dal pulviscolo presente nell'atmosfera primordiale, gli oceani dovevano essere ghiacciati (anche se sciolti di tanto in tanto da impatti meteorici) fino a centinaia di metri di profondità. Una coltre di ghiaccio sarebbe stata allora una protezione efficace contro la degradazione termica e uno schermo capace di mitigare l'effetto di gran parte delle collisioni meteoritiche. David Usher, per avvalorare la sua ipotesi, ha utilizzato un dispositivo attraverso il quale una soluzione di basi azotate veniva sottoposta alle condizioni previste dal modello, cioè con forti riscaldamenti e raffreddamenti alternati; in queste condizioni si è osservato. la polimerizzazione dell'RNA .
Anche le bocche idrotermali  presenti sui fondali oceanici potrebbero essere buoni ambienti in cui avrebbe potutoForme simili a Batteri presenti sulla meteorite di Nakhla (foto NASA) nascere la vita, anche perché in queste zone abita un numero incredibilmente alto di Archibatteri;  molti scienziati, tuttavia, pensano che alle alte temperature gli aminoacidi diventano troppo instabili.

 

A partire dal 1977 la NASA ha promosso ricerche spaziali per chiarire se esiste o è mai esistita vita su Marte

La scoperta che gli Eubatteri e gli Archibatteri riescono a vivere in condizioni estreme, ha fatto pensare che anche su Marte fosse possibile rintracciare forme di vita. Sui veicoli spaziali inviati sul pianeta sono state istallate braccia robotizzate in grado di prelevare campioni di suolo, immetterlo a bordo e lì analizzarlo; alcuni test sembrano confermare l'esistenza di tracce di vita. Un'ulteriore conferma è venuta dallo studio di una meteorite, la ALH 84001, un frammento di roccia vulcanica dell’età di 4,5 miliardi di anni, caduto in Antartide e lì ritrovato nel 1984 da una spedizione USA; essa contiene tracce di gas identici a quelli presenti nell'atmosfera di Marte, la cui composizione è diversa da quella di tutti gli altri pianeti del sistema solare e le modifiche nella sua struttura sono state causate da un forte riscaldamento, probabilmente dovuto all'impatto con un pianetino o una meteorite; un po' di tempo dopo tale deformazione, circa 3.6 miliardi di anni fa, dell’acqua penetrò nelle fessure della roccia, depositandovi globuli di minerali carbonatici; successivamente ALH 84001 , colpito nuovamente da una meteorite, è volato nello spazio ed è stata catturata dalla forza di attrazione della Terra. Esaminando alcuni frammenti al microscopio, sono stati rilevate, all’interno dei globuli carbonacei, forme mineralizzate simili a batteri, risalenti a più di 3 miliardi di anni fa. Anche su un’altra meteorite di provenienza marziana, quella di Nakhla, ha messo in evidenza strutture simili (1999).

 


 

 William Thomson, barone di Kelvin (1824-1907) è il fisico che ha posto le basi alla moderna termodinamica.

 Hermann von Helmholtz ( 1821-1894): Lo scienziato si è interessato alla fisiologia, alla fisica, alla matematica; a lui si deve fra l'altro la formulazione del principio della conservazione dell’energia

 August Arrhenius (1859-1927): il chimico svedese fu insignito del premio Nobel per la chimica nel 1902. A lui si deve la grande intuizione che le proprietà delle soluzioni sono dovute a interazioni di natura elettrica.

 Fred Hoyle (1915): L’astrofisico inglese ha contribuito alla messa a punto del radar; inizialmente contrario alla teoria del big bang, propose un’ipotesi cosmologica alternativa, secondo la quale l’universo, omogeneo nello spazio, lo è anche nel tempo. Brillante scrittore, è fra l’altro autore del bel libro di fantascienza La nuvola nera.

Francis Crick : insieme a James Watson nel 1953 ha ideato il modello della doppia elica del DNA; ha formulato, agli inizi degli anni sessanta, l’ipotesi che la formazione del RNA sia stata precedente a quella del DNA e delle proteine ed è uno dei sostenitori della panspermia

Leslie E. Orgel (1927- ) Lo scienziato ha lavorato presso il Salk Institute per gli Studi Biologici di San Diego, occupandosi dell’origine della vita; insieme a Carl Woese e Francis Crick, è stato uno dei primi a ipotizzare lRNA world

 

 

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