L’uomo modifica l’ambiente per il
soddisfacimento dei propri bisogni: taglia le foreste, mette a coltura la
terra, preleva le risorse, e in questo modo causa modificazioni profonde,
talora irreversibili; nei nuovi ambienti così formati alcune specie
possono diffondersi, altre scompaiono. Ad esempio, la colonizzazione del
continente australiano ha portato durante il secolo scorso ad una
massiccia espansione di specie europee, come Trifolium
subterraneum tra le piante e il coniglio selvatico europeo tra gli
animali. E’ sorta così, a partire dalla metà dell’Ottocento
l’esigenza di preservare alcune porzioni di natura intatta, anche come
reazione ai devastanti effetti della rivoluzione industriale sul paesaggio
e sulle “bellezze naturali”; nacquero così le prime riserve naturali.
La
principale finalità dei Parchi e delle Riserve
è quella di preservare
paesaggi, formazioni geologiche, flora, fauna ma in essi risulta
necessaria la ricerca scientifica non solo per conoscere lo stato e il
funzionamento degli ecosistemi che si devono conservare o ripristinare ma
anche per sorvegliare i processi di alterazione indotti direttamente o
indirettamente dall’uomo e per pianificare correttamente, su base
scientifica, le possibili contromisure, infatti la loro costituzione
non è esente da rischi.
Un'altra iniziativa importante per salvaguardare la
biodiversità è l'istituzione di banche di semi
Un
punto di partenza per la conservazione delle specie riguarda il
mantenimento della diversità genetica nelle popolazioni naturali. Si può
assumere, infatti, che ad alti livelli di variabilità genetica nelle
popolazioni corrisponda una maggiore probabilità di sopravvivenza nel
tempo e /o in condizioni ecologiche variabili.
Tradizionalmente,
il mantenimento di un alto livello di variabilità genetica nelle
popolazioni viene realizzato:
Solo
recentemente, tuttavia, è stato possibile, mediante tecniche di biologia
molecolare, valutare i livelli di variabilità e diversità genetica delle
popolazioni e confrontarli tra specie abbondanti e specie, filogeneticamente
affini, rare e/o minacciate di estinzione. Stabilire una correlazione di causa-effetto tra uniformità
genetica di una popolazione e sua probabilità di estinzione è un
problema complesso.
La
consapevolezza dell’importanza della variabilità genetica delle
popolazioni, che consente loro di affrontare con successo le più diverse
vicissitudini ecologiche (cambiamenti climatici, epidemie, comparsa di
nuovi parassiti, predatori, competitori, ecc.) ha fatto sorgere una nuova
disciplina, la “genetica della conservazione”. La conservation
genetics si propone di preservare la variabilità genetica delle
popolazioni e, ove ridotta e scomparsa per fenomeni di erosione genetica,
di ripristinarla con metodiche diverse.
La
diversità genetica è organizzata gerarchicamente. E’ possibile operare
a favore della conservazione delle risorse genetiche disponibili a
ciascuno dei vari livelli gerarchici riconoscibili in una specie.
L’individuazione delle “unità familiari” può essere molto utile,
ad esempio nella programmazione degli accoppiamenti in gruppi di individui
conspecifici allevati in cattività, onde evitare la riduzione della
variabilità genetica dovuta
ad inbreeding. Gli studi sulla “struttura di parentela” in
specie in pericolo possono fornire informazioni utili ad impostare
adeguate strategie di conservazione. Ad esempio l’analisi del DNA
mitocondriale
ha mostrato che gli aggregati di nidi che si osservano nella tartaruga
verde marina Chelonia mydas,
specie minacciata di estinzione, appartengono ognuno ad una stessa
matrilinea.
Le
piante, essendo fisse al substrato,
soccombono spesso in caso di manomissioni del territorio, come incendi o
disboscamenti, mentre gli animali possono superare eventi catastrofici
spostandosi in altre zone. Questo può essere un problema per la
conservazione della flora; d’altra parte grazie a questa caratteristica
risulta facile verificare l’esistenza di un vegetale in un determinato
sito e la consistenza delle popolazioni, mentre ciò è molto più
difficile nel caso degli animali. Come negli animali anche nelle piante va
distinto il caso di una singola specie (o popolazione) in pericolo, da
quello di un’intera comunità (una foresta, una torbiera, ecc.)
minacciata di estinzione. Per assicurare la conservazione di una specie è
stato constatato che nella maggioranza dei casi non è sufficiente
proteggere un singolo gruppo di individui in quanto la sopravvivenza nella
maggioranza dei casi dipende dalla concomitanza di molti fattori: ad
esempio una specie vegetale potrà difficilmente mantenersi se non è
assicurata la sopravvivenza degli animali che fungono da impollinatori.
Si è giunti così alla convinzione della necessità di realizzare la
salvaguardia per intere comunità, oppure a livello di ecosistema, che si
ottiene mediante l’istituzione di parchi nazionali e di riserve
naturali. Un caso particolarmente evidente di connessione tra la
sopravvivenza di piante ed animali è quello di Calvaria
major, un albero della famiglia Sapotacee che forma foreste
sull’isola Mauritius nell’Oceano Indiano, strettamente legato al Dodo.
Le
attività selvicolturali oggi cominciano a porsi il problema della
salvaguardia ambientale. Un piano economico modernamente concepito, pur
senza trasformare la foresta in parco nazionale, dovrebbe evitare lo
sfruttamento intensivo dello strato arboreo e mantenere singole particelle
nelle quali la condizione del bosco rimanga prossima a quella naturale, da
utilizzare come riserva biogenetica per le specie spontanee vegetali e
animali e da modello per l’assetto strutturale della comunità. Fra le
associazioni più attive nella difesa dell'ambiente e nell'aiuto ai paesi
in via di sviluppo, è presente la CGIAR
Le cause antropiche del declino di molte forme
animali sono molteplici, comunque esistono
interventi possibili.
Un altro approccio ai problemi di gestione
ambientale è legato allo sviluppo di modelli matematici, per esempio i modelli di
compartimentazione, oggi largamente usati.
Le
specie a rischio,
comunque, sono molto numerose.
Attualmente
tecniche di genetica molecolare consentono di
valutare i rischi.
Qualunque
mezzo venga utilizzato, è importante fare in fretta,
per evitare estinzioni.