Se nella retina fosse presente un solo tipo di fotorecettori, non si avrebbe alcuna sensazione di colore ed il mondo verrebbe visto in bianco e nero. Nella retina, però, oltre ai bastoncelli, esistono tre tipi di coni, contenenti tre tipi di sostanze fotosensibili: i coni S (S da short, corto) presentano il massimo assorbimento alle lunghezze d'onda comprese fra 400 e 500 nm, quelli M
(M da medium), sensibili alle lunghezze d'onda intermedie, quelli L (L da long, lungo), sensibili alle lunghezze d'onda maggiori; come si vede dal diagramma, i bastoncelli presentano invece il massimo assorbimento a 498 nm; nell'uso comune si dice anche che esistono coni L, per il rosso, coni M per il verde e coni S per il blu; Si
può allora pensare che vediamo rosso quando la radiazione eccita maggiormente i coni con massimo di sensibilità a 560 rispetto a quelli con sensibilità massima a 530, cioè quando il rapporto della eccitazione del primo tipo di coni rispetto all’altro è più marcata. Nella regione dello spettro in cui questi due tipi di coni sono all’incirca ugualmente sensibili, vediamo giallo, dove
invece l’eccitazione del secondo tipo di coni (con picco a 530 nm) è maggiore del primo (560 nm) vediamo verde.
I tre tipi di coni non sono presenti nella stessa proporzione: sia nell’uomo, sia nella scimmia, i coni S sono una minoranza, e sono totalmente assenti dal centro della fovea, mentre i coni L ed M hanno in media la stessa frequenza; tuttavia le loro frequenze relative possono variare notevolmente da un occhio ad un altro, nello stesso occhio, tra una porzione di retina e un’altra. I tre tipi di coni non contribuiscono
ugualmente alla sensazione di intensità luminosa: a questa contribuiscono prevalentemente i coni L ed M (in modo additivo), mentre i coni S hanno una forte valenza cromatica. Può sorprendere il fatto che abbiamo due pigmenti con sensibilità spettrali così simili, mentre il terzo è molto differenziato rispetto a loro. Tra i mammiferi, questa proprietà è presente nelle scimmie del vecchio mondo e nell’uomo, mentre nella maggioranza degli altri mammiferi la retina
contiene solo due tipi di coni: uno di tipo S, cioè con sensibilità massima nell’ambito delle corte lunghezze d’onda, e uno con sensibilità spettrale intermedia tra quelle dei coni M e L dell’uomo
Questo tipo di interpretazione, che sembra confermare quanto era stato ipotizzato da Young ed Helmholtz, non è però del tutto soddisfacente.
La teoria proposta alla fine dell'Ottocento da Young ed Helmholtz e contestata da Hering nell'Ottocento e più recentemente da Land non spiega: