La luce a cui l'occhio è sensibile è solo una parte della radiazione che le stelle e gli altri corpi luminosi emettono; l'insieme di tutte le radiazioni prende il nome di spettro elettromagnetico. Possiamo pensare che le onde elettromagnetiche di lunghezza d'onda compresa tra 400 e 700 nanometri, considerate isolatamente, diano luogo a una tavolozza dei colori. Al variare della lunghezza d'onda noi vediamo il colore variare dal violetto al rosso, formando i sette colori descritti da Newton, violetto, blu, indaco, verde, giallo, arancione, rosso. Le loro lunghezze d'onda, correttamente identificate da Thomas Young, sono comprese fra 390 e 780
nm; il rosso corrisponde alle lunghezze d'onda maggiori, il violetto a quelle minori. I colori dello spettro nelle bande del visibile (cioè i colori delle radiazioni semplici) sono saturi, hanno, cioè, il massimo di contenuto cromatico, la massima purezza. Dal punto di vista fisico, le radiazioni dello spettro visibile provenienti dal sole presentano tutte uguale intensità; tuttavia, dal momento che il nostro occhio è
particolarmente sensibile alle radiazioni centrali dello spettro, queste ci appaiono più luminose, mentre quelle più lunghe, cioè verso il rosso o meno lunghe, verso il violetto ci sembrano meno brillanti, anche a parità di intensità.
Noi, però, vediamo molte altre tinte.