Avicenna
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Pagina miniata tratta dal Canone di Avicennna

Nato a Bukhara , Ibn Sina (980 - 1037), si può considerare il più famoso medico e filosofo dell'Islam, tanto da essere definito l'Aristotele arabo; in occidente è noto con il nome di Avicenna. Il suo testo, Canone di medicina è una vasta enciclopedia filosofico - scientifica , in cui l'autore fa una sintesi della medicina di Ippocrete e di Galeno con le teorie biologiche di Aristotele.

Il Canone fu tradotto in latino da Gerardo da Cremona nel Dodicesimo secolo e fu adoperato a lungo, insieme ai testi di Razi, come libro di insegnamento nelle università europee. Cresciuto in un ambiente intellettualmente stimolante, dotato di una memoria prodigiosa, lesse voracemente quanto la ricca biblioteca reale dei Samanidi (la prima dinastia persiana dopo la conquista araba) poteva offrirgli. A soli 17 anni divenne medico personale di un principe e successivamente occupò numerose cariche pubbliche. I suoi contributi alla medicina furono enormi: provò la contagiosità della tubercolosi, ipotizzò che alcune malattie fossero veicolate dalla terra e dalle acque, descrisse numerose droghe. Molte delle scoperte anatomiche compiute da Ibn Sina sono ancora oggi accettate: fu il primo a descrivere l'occhio in modo analitico, identificando le sue varie parti. A proposito del cervello ebbe a scrivere:

il cervello è freddo e umido perché la sua funzione è quella di svolgere funzioni sensitive, motorie, immaginative, cognitive e mnemoniche e di mitigare il calore degli spiriti emanati dal corpo".

 

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