...E gli dei, ritenendo che il davanti fosse più pregevole e più autorevole del di dietro, assegnarono a questa direzione la maggior parte del nostro movimento. E certo occorreva che l'uomo avesse distinta e diversa dall'altra la parte anteriore del corpo. Dunque innanzi tutto intorno all'involucro della testa, mettendo il viso da quella parte, legarono organi adatti a ogni previsione dell'anima, e stabilirono che fosse partecipe del
comando questa parte naturalmente anteriore della testa. Fra i suoi organi dapprima formarono gli occhi, apportatori di luce, inserendoli per la ragione seguente... Infatti il fuoco che è dentro di noi, fratello dell'altro, fecero sì che sgorgasse puro attraverso gli occhi, tutto liscio e denso, e resero più spesso il centro dell'occhio, sicché coprisse tutto il resto, più denso, e lasciasse colare solo quello puro. Quando dunque intorno al
flusso dell'occhio c'è la luce meridiana, allora, coincidendo il simile con il simile e diventando solido, si forma un solo corpo omogeneo secondo la direzione degli occhi, dovunque il fuoco che proviene dall'interno s'incontri con quello che proviene dagli oggetti esterni
. E a causa della somiglianza il tutto diviene ugualmente sensibile, e se tocca qualcosa o da qualcosa viene toccato, diffondendone i moti in tutto il corpo fino all'anima, procura quella sensazione che noi chiamiamo "vista". Ma, andandosene via di notte il fuoco affine, quello della vista rimane isolato; uscendo infatti verso un elemento dissimile, si modifica da se stesso e si spegne, non risultando più connaturato con l'aria vicina, priva di fuoco.
L'occhio cessa dunque di vedere, e per di più arreca il sonno.... |
dal Timeo (45-46), Platone, trad. Giuseppe Lozza, Oscar Mondadori pg 55-57
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