Come si uccide un lago:
l’eutrofizzazione
Da qualche tempo si assiste ad un invecchiamento precoce di fiumi, mari e
soprattutto di laghi. Si notano: incremento di produzione di alghe, distruzione
della fauna ittica e rapido esaurimento delle riserve di ossigeno nelle acque
profonde. Ne deriva un danno immediato all’ambiente naturale e di conseguenza
anche agli organismi che popolano questi spazi un tempo incontaminati.
L’inquinamento
cronico di un lago, che prende il nome di eutrofizzazione, consiste nella
crescita smisurata di alghe con impoverimento delle sostanze nutritive
dell’ambiente lacustre. I nutrienti si esauriscono, le alghe, terminato il
loro ciclo vitale, muoiono e, dato che sono in quantità eccessiva, i batteri
decompositori aerobi consumano rapidamente l’ossigeno a disposizione, per cui
prevalgono i batteri anaerobi che degradano il materiale organico attraverso
processi fermentativi. Senza ossigeno la vita diviene impossibile per i pesci.
Il
fosforo sotto forma di ione fosfato, che si trova nella maggior parte dei
concimi chimici e nei detersivi, è la causa scatenante dell’eutrofizzazione:
dunque come si spiega il ruolo chimico di questo elemento?
Semplificando
molto, nelle alghe il rapporto
C:N:P
= 106:16:1
Un
ambiente acquatico privo o quasi di fosfati immessi dall’uomo contiene
normalmente tutto il carbonio e l’azoto necessari allo sviluppo delle alghe,
ma solo pochissime tracce di fosforo, che rappresenta quindi il fattore
limitante della crescita. Da ogni grammo di P si ottengono ben 112 grammi
di alghe (come peso secco).
Per
evitare il fenomeno dell'eutrofizzazione, che ha colpito anche il mare
Adriatico, la legge italiana ha ridotto a meno dell’1% il contenuto di fosforo
(presente come tripolifosfato, Na5P3O10)
dei detersivi. In sostituzione dei polifosfati le nuove formulazioni
adottano altri agenti in grado di sequestrare o complessare gli ioni Ca2+
e Mg2+
come le zeoliti sintetiche di tipo A e l'acido
citrico, anche se il fosforo dei fosfati continua ad essere usato in agricoltura
per rendere più efficiente il processo fotosintetico e l’assimilazione dei
concimi azotati, e in parecchie attività industriali.