Lo stuporeDa L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli altri animali con introduzione, postfazione e commenti di Paul Ekman, Bollati Boringhieri, 1998 (pp. 314-316) ".... Sebbene quando ci troviamo in questo stato la bocca sia generalmente aperta, le labbra tendono spesso a sporgere un po' in fuori. Questo movimento ci ricorda quello identico, ma molto più accentuato e vistoso, che si osserva nello scimpanzé o nell'orango presi da stupore. Poiché la profonda inspirazione che accompagna il primo trasalimento per la sorpresa viene seguita naturalmente da una energica espirazione, e poiché allora le labbra vengono spesso spinte in fuori, sembrerebbe che i vari suoni comunemente emessi in questa occasione possano trovare una spiegazione. Ma in qualche caso l'unica cosa che si sente è una forte espirazione; per esempio, Laura Bridgman (1), quando è molto sorpresa, sporge e arrotonda le labbra aperte ed espira forte.' Uno dei suoni più comuni è un profondo Oh!; questo suono, secondo quanto spiega Helmholtz (2), è la naturale conseguenza dell'atteggiamento assunto dalla bocca, semiaperta e con le labbra sporgenti. In una notte tranquilla sulla Beagle, in una piccola insenatura di Tahiti, furono fatti i fuochi artificiali per divertire gli indigeni; ogni volta che partiva un razzo, si faceva un silenzio assoluto, ma invariabilmente esso era seguito da un profondo e strascicato Oh! che risuonava in tutta la baia intorno. Il signor Washington Matthews dice che gli indiani nordamericani esprimono la meraviglia con un profondo sospiro; e i negri della costa occidentale dell'Africa, secondo la descrizione del signor Winwood Reade, sporgono le labbra ed emettono un suono come heigh, heigh. Se la bocca non è ben aperta, mentre le labbra sono molto sporgenti, allora si produce un rumore come di soffio, o di fischio o di sibilo. Il signor R. Brough Smith mi informa che un australiano dell'interno fu portato a teatro a vedere un acrobata che faceva rapide capriole a testa in giù; «egli era fortemente stupito e sporgeva in fuori le labbra facendo un rumore con la bocca come se soffiasse per spegnere un fiammifero». Secondo il signor Bulmer, gli australiani, quando sono sorpresi, esclamano «korki!», «e per far questo atteggiano la bocca come se stessero per fischiare». Noi europei spesso facciamo un fischio in segno di meraviglia; per esempio, in un romanzo recente si dice: «a questo punto l'uomo manifestò la sua sorpresa e la sua disapprovazione con un fischio prolungato».* Una ragazza cafra, a quanto mi fa sapere il signor j. Mansel Weale, «venendo a sapere il prezzo, molto alto, di un articolo, sollevò le sopracciglia e fischiò proprio come avrebbe fatto un europeo». Hensleigh Wedgwood osserva che suoni del genere sono trascritti con whew e vengono usati come interiezioni per esprimere la sorpresa. Secondo altri tre osservatori, gli australiani manifestano spesso lo stupore con un rumore simile a uno schiocco. Anche gli europei qualche volta esprimono una lieve sorpresa con un piccolo rumore secco all'incirca dello stesso tipo. Come abbiamo visto, quando trasaliamo, la bocca si apre immediatamente; e se in quel momento la lingua si trovava per caso compressa contro il palato, staccandosene all'improvviso produrrà un suono del tipo descritto, che potrà allora diventare un modo per esprimere la sorpresa. Veniamo ora ai gesti del corpo. Una persona che si stupisce spesso alza le mani, tenendole aperte al di sopra della testa, oppure, piegando le braccia, all'altezza della faccia. Le palme distese sono dirette verso la persona che provoca la sorpresa; le dita sono diritte e separate. Questo gesto è rappresentato dal signor Rejlander nella figura 25. Nel Cenacolo di Leonardo da Vinci due degli apostoli hanno le mani sollevate a mezz'altezza, e ciò fa capire chiaramente la loro meraviglia. Un osservatore degno di fede mi ha raccontato che tempo fa incontrò sua moglie in circostanze del tutto insolite: « Essa trasalì, spalancò la bocca e sgranò gli occhi, alzando le braccia sopra la testa...." 1 Laura Bridgam; cieca e sorda dalla nascita, fu oggetto di studi nel corso del Diciannovesimo secolo 2 Il fisiologo, fisico e matematico tedesco Hermann von Helmholtz (1821-1894) insegnò a Berlino, Koninsberg e Bonn. Formatosi alla scuola del fisiologo Johannes Müller rigettò ben presto, insieme a molti suoi colleghi, la Filosofia naturale del maestro, sostenendo che tutta la conoscenza deriva dai sensi e tutta la scienza può essere ricondotta alle leggi della meccanica classica. Egli, nel volume Teoria fisiologica della musica (1868) ha trattato il rapporto fra la forma della cavità orale e la produzione dei suoni |
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