Comportamenti comuni
Da L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli altri animali con introduzione, postfazione e commenti di Paul Ekman,
Bollati Boringhieri, 1998 (pp. 158-160)
La tendenza (dei cani) ad abbaiare quando sono contenti è ereditaria e si trasmette di generazione in generazione all'interno di determinate varietà: i levrieri abbaiano raramente, mentre gli spitz abbaiano così insistentemente quando aspettano di uscire a passeggio con il loro padrone da diventare fastidiosi.
I cani esprimono un dolore fortissimo in modo del tutto simile a molti altri animali, cioè urlando lamentosamente, dibattendosi e contorcendosi
con tutto il corpo.
Manifestano l'attenzione alzando la testa, rizzando le orecchie e fissando intensamente lo sguardo sull'oggetto o sulla regione sotto osservazione. Se si tratta di un suono di cui non si capisce la provenienza, il cane spesso gira la testa obliquamente da una parte e dall'altra in un modo molto espressivo, evidentemente per individuare con maggiore esattezza il punto dal quale il suono proviene. Ma io ho visto un cane che, molto stupito da un rumore
insolito, girava la testa a destra e a sinistra per abitudine, nonostante percepisse chiaramente la fonte del rumore. Come è stato già notato precedentemente, i cani - quando qualcosa ha attirato la loro attenzione e guardano intenti un oggetto o tendono l'orecchio a qualche rumore - spesso sollevano una zampa e la tengono piegata in alto (fig. 1), come se si preparassero ad avvicinarsi lentamente e furtivamente a qualcosa.
In seguito a una fortissima paura il cane si getta a terra, urla e non trattiene gli escrementi; ma credo che il pelo non gli si rizzi, a meno che non provi anche un certo grado di rabbia. Ho visto un cane terrorizzato per il fatto che una banda di musicanti suonava con molto fragore davanti alla casa; tutti i muscoli del suo corpo tremavano, il cuore palpitava così velocemente che era difficile contarne i battiti, la respirazione era ansimante e la
bocca era spalancata, proprio come succede a un uomo in preda al terrore. Eppure questo cane non aveva fatto sforzi; aveva soltanto passeggiato in continuazione tranquillamente su e giù per la stanza; e la giornata non era calda.
La paura, anche la più lieve, è rivelata costantemente dalla coda nascosta fra le gambe. Questa posizione della coda si accompagna sempre allo spostamento forzato delle orecchie all'indietro; ma in questo caso esse non sono appiattite contro la testa, come quando l'animale ringhia, né pendono verso il basso, come quando esso è contento e si mostra affettuoso. Quando due cagnolini si rincorrono per gioco, quello che scappa via tiene sempre
la coda fra
le gambe. Lo stesso succede quando un cane, molto contento ed eccitato, gira frenetico intorno al suo padrone, descrivendo dei cerchi o degli otto. Dunque si comporta in questo caso come se un altro cane lo stesse inseguendo. Questo strano gioco, che sicuramente chiunque abbia avuto a che fare con dei cani conosce bene, tende a manifestarsi soprattutto in seguito a particolari circostanze, come quando l'animale è stato un po' sorpreso o spaventato, per esempio perché il
suo padrone ha fatto un salto improvviso verso di lui nel buio. Allora, come nel caso in cui due cani si rincorrono per gioco, si ha l'impressione che quello che fugge via tema che l'altro lo afferri per la coda; ma per quanto ne so, è molto raro che i cani si afferrino fra di loro per la coda. ... Sembra che quando un cane è inseguito oppure quando corre il rischio di essere colpito da dietro o che qualcosa gli cada addosso, in tutti questi casi cerchi di allontanare e
mettere al sicuro il più presto possibile tutta la parte posteriore del corpo, e che per qualche ragione di simpatia o di connessioni fra i muscoli, la coda venga allora tratta indietro fra le gambe.
Un analogo movimento congiunto della coda e delle parti posteriori del corpo può essere osservato nella iena. Il signor Bartlett mi informa che quando due di questi animali lottano fra di loro, entrambi sono consapevoli della terribile potenza delle mascelle dell'altro, e sono dunque estremamente cauti. Sanno bene che se una delle loro zampe sarà azzannata, l'osso verrà immediatamente stritolato e andrà in briciole. Per questo si avvicinano l'uno
all'altro con le ginocchia piegate, con le zampe per quanto è possibile voltate in dentro e con l'intero corpo inarcato, in modo da non presentare nessun punto sporgente; allo stesso tempo la coda è tenuta ben nascosta fra le gambe. In questo atteggiamento le iene si avvicinano una all'altra lateralmente o anche in parte all'indietro. Nello stesso modo nascondono la coda fra le gambe molte specie di cervi quando sono inferociti e lottano fra di loro. Quando un cavallo in
libertà tenta di mordere per gioco i quarti posteriori di un altro cavallo, o quando un ragazzo crudele picchia un asino da dietro, la vittima ritrae la parte posteriore del corpo e la coda, ma non è chiaro se ciò abbia soltanto lo scopo di salvare quest'ultima da qualche danno. Abbiamo anche visto, più indietro, l'atteggiamento opposto a questo: quando un animale incede con passo elastico e pieno di sussiego, quasi sempre la coda è portata in alto. Come ho già detto
prima, quando un cane è inseguito e corre via, tiene le orecchie voltate indietro, ma ancora aperte; e ciò evidentemente ha lo scopo di permettere l'ascolto dei passi del suo inseguitore. Per abitudine, quando il pericolo viene evidentemente dal davanti, le orecchie sono spesso tenute nella stessa posizione, così come la coda è nascosta fra le gambe. Molte volte ho
osservato che il mio terrier femmina, una cagnetta molto timida e paurosa, quando è spaventata da qualche
oggetto che ha davanti, che conosce benissimo e che quindi non ha bisogno di esaminare, rimane per lungo tempo con le orecchie all'indietro e la coda fra le gambe, offrendo in tal modo l'immagine delle, sconforto. Anche lo sconforto allo stato puro, senza che vi si aggiunga la paura, viene espresso nello stesso modo: un giorno io aprivo la porta per uscire proprio quando la mia cagnetta sapeva che le sarebbe stato portato il pasto. Io non la chiamai, ma lei aveva un gran
desiderio di venire con me, e allo stesso tempo desiderava molto il suo pasto; e rimase così, guardando prima da una parte e poi dall'altra, con la coda fra le gambe e le orecchie spinte all'indietro, offrendo un'immagine inconfondibile di perplessità e sconforto.
Quasi tutti i movimenti espressivi fin qui descritti, tranne il ghigno di gioia, sono innati o istintivi, dato che sono comuni a tutti gli individui, vecchi e giovani, di tutte le varietà. La maggior parte di essi è comune anche agli antichi progenitori del cane, vale a dire il lupo e lo sciacallo....
I disegni sono tratti da L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli altri animali con introduzione, postfazione e commenti di Paul Ekman,
Bollati Boringhieri, 1998
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