Flora,
Vegetazione, Paesaggio
La crescita delle piante è regolata in maniera ben precisa: esse sono intimamente legate all’ambiente dove si trovano e sono condizionate da una serie di fattori ecologici e storici che giustificano o meno la loro presenza in un determinatro luogo. Ogni specie vegetale ha nei confronti di ciascun fattore ecologico un ambito di tolleranza entro il quale può svolgere le proprie funzioni vitali. L’ampiezza di tale ambito varia da specie a specie: quelle ad ecologia ampia prendono il nome di euriecie, mentre quelle più esigenti, ad ecologia ristretta, sono dette stenoecie e sono quelle che danno il contributo più utile in termini di bioindicazione.
Da
un punto di vista autoecologico i fattori ecologici possono agire sulle
dimensioni del singolo individuo, sulla sua forma, possono influenzare le
manifestazioni biologiche cicliche e la stessa durata della vita. Inoltre essi
possono controllare la consistenza delle popolazioni, agendo sul tasso di
riproduzione, sulla competitività, sulla capacità di germinazione e sulla
velocità di crescita. Di contro gli organismi vegetali
possono influire sull’ambiente modificando l’entità e la qualità di
alcuni fattori, come ad esempio limitando la quantità di radiazione solare
nelle vegetazioni stratificate o incrementando la quantità di sostanza organica
con accumulo di necromassa o ancora acidificando il suolo come accade per alcuni
boschi di conifere.
Come
già accennato in precedenza i fattori ecologici possono essere idealmente
suddivisi in abiotici e biotici come schematizzato nella tabella sottostante:
Fattori abiotici |
Fattori
biotici |
|
Fisici |
Chimici |
|
Luce |
Comp.
Chim. Acqua |
Competizione
interspecifica |
Temperatura |
Comp.
Chim. Suolo |
Competizione
intraspecifica |
Pioggia,
Umidità |
Comp.
Chim. Aria |
Simbiosi |
Granulometria
suolo |
|
Microbiologia
suolo |
Vento |
|
Disturbo
antropico |
(Altitudine) |
|
|
(Esposizione) |
|
|
(Inclinazione) |
|
|
Luce
La
luce rappresenta l’unica sorgente di energia disponibile per gli organismi
vegetali: essa deriva quasi totalmente dal sole e giunge sulla terra sotto forma
di radiazione solare. La quantità di energia che ci arriva dal sole può essere
considerata costante e prende il nome di costante solare: 1,983 cal/cm2/min.
Il bilancio netto della radiazione solare prevede che circa il 30 % del totale
viene riflesso, il 50 % è assorbito dal suolo come calore, il 20 % è assorbito
dall’atmosfera e solo lo 0,02 % è utilizzato per i processi biologici degli
organismi autotrofi.
L’azione
della luce sulla vita vegetale si esplica principalmente in due modi: sulla
crescita delle piante, in quanto la luce influenza la fotosintesi, e sui
fenomeni periodici della specie attraverso il fotoperiodismo.
In
base all’adattamento alle diverse intensità luminose si distinguono piante sciafile,
che prediligono ambienti ombrosi quali sottoboschi (Primula vulgaris,
Scilla bifolia, Anemone nemorosa,
ecc) e rupi stillicidiose (Adiantum capillus-veneris)
e piante eliofile,
che hanno il loro optimum in pieno sole come gran parte delle specie di
prateria.
Alcune
specie, soprattutto tra quelle arboree, possono presentare all’interno di uno
stesso individuo adattamenti morfologici diversi per le foglie esposte
direttamente al sole e quelle ombreggiate dal resto della chioma (es. Quercus
ilex). Tale dimorfismo fogliare è espresso
nelle foglie da sole più coriacee, sclerificate, con disposizione dei
cloroplasti perpendicolari alla superficie esposta e stomi infossati e nelle
foglie da ombra flaccide, più espanse, spesso di colore più chiaro e con
cloroplasti paralleli.
Temperatura
La
temperatura condiziona la distribuzione delle specie vegetali in senso
geografico, altitudinale ed anche a livello di microhabitat. Essa influenza le
principali funzioni fisiologiche di una pianta, prime fra tutte fotosintesi,
respirazione e traspirazione. Le piante sono organismi eterotermi per cui hanno
temperature organiche simili a quelle dell’ambiente circostante, a parte
alcuni casi particolari (es. Arum).
I
limiti di temperatura entro i quali si svolgono le attività biologiche delle
piante si attestano all’incirca tra 0 e +70° C: al di sotto di 0° C la
fotosintesi è pressochè nulla e la pianta entra in vita latente ed al di sopra
di 70° C iniziano fenomeni di coagulazione del protoplasma.
Gli
areali di distribuzione di alcune specie spesso mostrano interessanti
correlazioni con le isoterme del mese più caldo o più freddo: ad esempio il
limite settentrionale del Fagus sylvatica
coincide con l’isoterma di –2° C di gennaio e quello del Picea abies con
l’isoterma di 10° C di luglio.
Esistono
vari sistemi per stabilire categorie vegetali in relazione alla temperatura,
quello di maggior uso in geobotanica definisce specie termofile quelle con optimum a temperature relativamente
elevate, specie mesoterme quelle che
si attestano su valori intermedi e specie microterme o
criofile quelle di
ambienti molto freddi di alta montagna o alta latitudine.
Acqua
L'acqua
è la sostanza più diffusa sulla terra: è stato calcolato che solo negli
oceani sono presenti circa 1400 Km3 di H2O. Essa è
indispensabile per la vita in genere ed in particolare per quella degli
organismi vegetali, permettendo i principali processi fisiologici come
assorbimento e trasporto delle sostanze nutritive, fotosintesi, traspirazione,
ecc. Gli adattamenti delle piante rispetto al fattore acqua sono innumerevoli e
sorprendenti: basti pensare alla succulenza, alla sclerofillia, al metabolismo
CAM delle crassulacee; Warming
nel 1895 introdusse una classificazione empirica delle piante in base al loro
adattamento ad ambienti con diverse disponibilità di acqua; seppur limitativa e
schematica tale terminologia è tuttora in uso. Egli distinse:
·
idrofite
piante immerse totalmente o parzialmente nell'acqua
·
i.
pleustofite*
piante natanti (Lemna, Spirodela, Wolffia, ecc.)
·
i.
rizofite*
piante radicate al fondale (Myriophyllum,
Potamogeton, ecc.)
·
igrofite
piante adattate a luoghi umidi o periodicamente inondati
·
mesofite
piante adattate a quantità di acqua moderate
·
xerofite
piante di ambienti aridi
(*
secondo Den Hartog e Segal)
Il
ruolo dell’acqua come fattore ecologico esce dagli schematismi in quanto può
essere considerata indipendentemente fattore chimico, se si considera la
composizione dei sali in soluzione, fattore fisico, quando è intesa come mezzo
di trasporto, fattore climatico se si valutano le entità medie di pioggia,
neve, umidità atmosferica.
Pioggia
– La
piovosità ha influenza a livello regionale ed è quindi di grande importanza
nella distribuzione di specie ed associazioni vegetali. In base all’andamentoed
alla quantità di piogge annuali si caratterizzano i regimi delle
precipitazioni. In Italia si distinguono quattro principali regimi
pluviometrici: regime continentale tendenzialmente arido con precipitazioni
concentrate ad inizio estate (Valtellina, valli a Pinus sylvestris), regime
prealpino con precipitazioni massime durante gli equinozi (prealpi e pianura
padana), regime appenninico senza un evidente periodo di aridità con piogge
ridotte nel periodo estivo e regime
mediterraneo con periodo di aridità estiva e massimo di precipitazioni
invernale.
Umidità atmosferica e nebbia – La presenza di nebbia ed alta umidità atmosferica ha sulle piante l’effetto di limitazione della traspirazione. Alti tassi di umidità incrementano la crescita e la formazione delle foglie mentre hanno effetto opposto su fioritura e fruttificazione
Neve – Il principale effetto della copertura nevosa sulle piante è quello di isolante dalla luce e dalle basse temperature esterne. Per le specie delle alte montagne una buona copertura nivale è provvidenziale per superare i mesi più freddi, in quanto essa previene il gelo del suolo e permette agli organismi vegetali di sopravvivere in una sorta di letargo.
Fattori edafici
Col termine fattori edafici si indicano tutti quei fattori ecologici riferibili al substrato sul quale si sviluppa un’organismo vegetale. Si avranno quindi fattori fisici (granulometria, acqua, aria, temperatura del suolo), chimici (pH, ioni, sali, nutrienti, ecc.) e biotici (microrganismi, micorrize, ecc.)
La granulometria di un suolo indica la composizione percentuale delle diverse classi di grandezza dei clasti misurate secondo lo schema seguente
FRAZIONE |
DIAMETRO MEDIO |
Sabbia grossa |
2 - 0,5 mm |
Sabbia
media |
0,5
- 0,25 mm |
Sabbia
fine |
0,25
- 0,05 mm |
Limo |
0,05
- 0,002 mm |
Argilla |
<
0,002 mm |
La
granulometria dei diversi orizzonti di un suolo ha influenza sulle piante in
quanto regola l’aerazione, la ritenzione idrica, la meccanica del substrato,
ecc. In base alla preferenza per diversi tipi tessiturali si distinguono specie psammofile caratteristiche dei suoli sabbiosi incoerenti (Ammophila
arenaria, Elymus farctus, Sporobolus
pungens), specie glareicole,
dei ghiaioni e delle pietraie mobili (Isatis
allioni, Festuca dimorpha, Oxyria digyna), specie argillofile dei terreni limoso-argillosi (Arundo
pliniana, Hedysarum coronarium).
Sono invece chiamate casmofite le piante
adattate alla crescita su rupi verticali e dei muri (Ceterach officinarum, Cymbalaria
muralis, Erigeron karwiskianus).
Il pH
è un importante fattore di selezione per le piante: esso influenza la
disponibilità di nutrienti o favorisce il rilascio di ioni che possono
risultare dannosi. L’ambito biologico per il pH è normalmente incluso tra 4 e
10. Sono definite specie acidofile quelle con optimum a pH 6 o meno (Erica arborea, Carex curvula,
Rhododendron ferrugineum), specie basifile
quelle quelle con optimum a 7.5 o più (Rosmarinus
officinalis, Sesleria tenuifolia, Rhododendron
hirsutum) e specie neutrofile
con optimum intorno a pH 7. Legate in un certo senso a substrati con pH basico
sono le specie calcifile tipiche dei terreni ricchi in ioni Ca++ e
Mg ++ a roccia madre calcarea o dolomitica.
Tra le
sostanze nutritive sono di primaria importanza il Fosforo e le sostanze azotate,
in particolar modo i nitrati: l’azoto è reso assimilabile per le piante
dall’azione di batteri azotofissatori quali Azotobacter,
Rhizobium, ecc. Le specie vegetali
adattate a terreni particolarmente ricche in nitrati sono dette nitrofile
(Urtica dioica, Chenopodium
bonus-enricus, Stellaria media).
Una
flora particolare, infine, si sviluppa sui terreni salati o salmastri: si tratta
delle alofite,
specie capaci di tollerare alte concentrazioni di NaCl (Salicornia
sp.pl., Limonium sp.pl., ecc).