L'integrazione
Home ] forme e movimento ] Plasticità ] [ L'integrazione ]

 

Siamo in grado di percepire un mondo unico, perché i nostri occhi lavorano di concerto; questo è possibile in quanto le immagini vengono proiettate in due zone corrispondenti delle rispettive retine, quando gli occhi sono normalmente convergenti; la fusione, tuttavia non è perfetta, in quanto gli oggetti esterni dal punto di fissazione vengono visti a diversa distanza dai due occhi e questo crea una piccola differenza che viene interpretata come differenza di profondità ed è quella che ci permette di percepire correttamente le distanze. Questa capacità è stata fondamentale per l'affermazione dei grandi primati che, originariamente abitanti degli alberi, dovevano essere in grado di calcolare perfettamente la distanza fra un ramo e l'altro prima di spiccare il salto; le grandi scimmie sono i mammiferi in cui la sovrapposizione dei campi visivi è maggiormente sviluppata. 

Le afferenze provenienti dai due occhi rimangono tuttavia separate sino ai corpi genicolati e anche nei primi strati della corteccia visiva, tanto che si può verificare, tramite registrazione di singoli neuroni, che essi rispondono solo ad informazioni provenienti da un solo occhio. Si è visto però, attraverso registrazioni con microelettrodi operate sulle scimmie, che in certe aree della corteccia visiva avviene l'integrazione, cioè afferenze provenienti dai due occhi (stimoli cioè provenienti dalla parte nasale dell'occhio destro e dalla parte temporale del sinistro) convergono su cellule della corteccia. Queste zone, organizzate in forma colonnare,costituiscono colonne corticali di dominanza oculare e permettono di elaborare informazioni provenienti dai due occhi. Se però si impedisce sperimentalmente di utilizzare un occhio, con particolari tecniche si può verificare che le colonne di dominanza oculare che ricevono informazioni da questo si restringono, mentre si allargano quelle che ricevono afferenze dall'altro occhio.

dominanza.jpg (50013 byte)
 

Home ]