Il prima e il dopo
"...La progenie dei mortali assomiglia al genere delle foglie: il vento d’autunno le disperde già secche e a primavera il bosco fiorente poi le ravviva: così nascono, così sfioriscono gli uomini ..." Omero, Iliade "...Vi è una semplice grandezza nel modo di considerare la vita coi suoi poteri di crescere, di assimilare e di riprodursi, come ispirata originariamente nella materia in una o poche forme; e mentre questo nostro pianeta è andato rotando secondo determinate leggi, la terra e l’acqua in un ciclo di cambiamenti si sostituivano l’una all’altra, in modo tale che da una origine così semplice, attraverso il processo di una selezione graduale di cambiamenti infinitesimi, si sono evolute infinite forme di stupenda bellezza...." C. Darwin L’origine della specie, abbozzo del 1842 I brani sopra riportati esemplificano molto bene due concezioni della vita, che hanno permeato di sé tutto il pensiero occidentale: da un lato Omero ci presenta un mondo in cui le stagioni si susseguono anno dopo anno sempre uguali, così come sempre identici e sempre ugualmente presenti appaiono gli uomini, che, anche se vengono meno, sono sostituiti dai propri figli e dai figli dei figli, in un ciclo interminabile e astorico. A partire dall'Ottocento, soprattutto grazie al pensiero di Darwin, la terra diviene un pianeta in continua trasformazione, in cui ogni forma di vita permane per periodi di tempo limitati per poi far posto ad altri organismi, anch’essi destinati a scomparire, e la storia della Natura entra prepotentemente nella visione del mondo che ciascuno di noi si crea, per raccontarci di un lunghissimo tempo in cui il nostro pianeta era completamente deserto e di un periodo ancora più lungo in cui, pur esistendo innumerevoli forme di vita, nessun uomo era in grado di osservarle, apprezzarne la bellezza e descriverle. Brunella Danesi
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