Componente autotrofa
e componente eterotrofa sono a volte separate almeno parzialmente nello spazio
e nel tempo. Nello spazio, perché l'energia
luminosa è ovviamente più disponibile negli strati alti di un
ecosistema, nel tempo, perché parte delle sostanze prodotte dagli autotrofi
possono essere consumate o decomposte anche dopo un lungo intervallo temporale.
Nonostante questa possibile separazione, le interazioni tra produttori, decompositori
e consumatori sono comunque molto strette e i tre tipi di organismi non mancano
mai qualunque sia l'ecosistema, terrestre, marino o di acqua dolce.
Un ecosistema può, dunque, essere studiato da un punto di vista "strutturale" e
da un punto di vista "funzionale".
Da un punto di vista funzionale o trofico un ecosistema ha due componenti:
una autotrofa in cui predomina la fissazione
dell'energia
luminosa e l'utilizzazione di sostanze inorganiche semplici per la sintesi
di sostanze complesse; e una eterotrofa, in cui predominano la utilizzazione,
la trasformazione e la decomposizione delle sostanze complesse. La componente
eterotrofa può essere suddivisa, poi, in: biofagi che utilizzano
come cibo gli altri organismi, e saprofagi: che si nutrono di materia
organica in decomposizione.