IL TRANSETTO
Il transetto è un metodo pratico che viene utilizzato per ottenere un quadro sotto il profilo qualitativo e quantitativo delle specie presenti in un determinato territorio ed è spesso corredato dall’aspetto schematizzato degli organismi incontrati.
Tra i metodi di studio di una comunità, i due forse più comuni, in quanto richiedono equipaggiamento ridotto e sono quindi di semplice realizzazione sono:
- il transetto lineare, che fornisce soprattutto informazioni sulla distribuzione spaziale qualitativa delle specie, in funzione dei vari fattori limitanti; se ripetuto a distanza di tempo, può fornire dati sui cambiamenti nella comunità;
- il quadrato latino, che fornisce informazioni sul numero di individui, sulla percentuale di copertura, sull'indice di ricchezza specifica
TRANSETTO MONTANO TRANSETTO MARINO
Nella terza giornata della nostra gita siamo andati a visitare la zona montana dell’Elba e precisamente il monte Capanne (1019 mt.), il più alto dell’isola. Giunti nella zona della lecceta le guide ci hanno preparato un transetto del tipo a quadrato latino: hanno scelto una porzione di terreno e l’hanno delimitata con una corda tesa.
Ci siamo divisi in due gruppi uno si occupava della rilevazione degli arbusti, l’altro degli alberi ad alto fusto. Abbiamo rilevato la posizione di ogni singola pianta e l’ampiezza della chioma e abbiamo trasportato i dati in una cartina.
Tutto ciò ci è servito per comprendere come sono organizzati bosco e sottobosco. Erano presenti soprattutto lecci e qualche corbezzolo tra gli alberi, e cedua, lentaggine, e primaria tra gli arbusti. Le guide ci hanno insegnato a riconoscere le diverse piante attraverso i sensi, utilizzando soprattutto la vista, il tatto, e l’olfatto. Abbiamo imparato a distinguere la vegetazione in base alla forma, al colore, alla superficie, e al profumo delle foglie e al loro tipo di fiore.
Abbiamo scoperto che è molto importante l’ampiezza delle chiome delle piante a fusto alto, che permettono o meno il filtrare della luce solare e quindi limitano il numero degli arbusti che formano il sottobosco.
Abbiamo fatto anche un transetto lineare nella zona di marea e precisamente a Punta le Tombe. Le nostre guide qui non hanno recintato la zona ma hanno tirato un filo in linea retta da 10 metri di costa fino al mare. Ci hanno diviso in tre gruppi e ognuno aveva il compito di raccogliere più fauna possibile e (come per il transetto montano) fare poi la trasposizione del tutto in una cartina riassuntiva. Tutti scalzi abbiamo iniziato il nostro lavoro e a circa 9 m. dal mare abbiamo incontrato una pozza d’acqua di marea più calda in cui gli animali erano soprattutto paguri, qualche gibbola, monodonti, molte littorine e qualche gambero che però è stato molto difficile da prelevare a causa della sua velocità. Proseguendo fino a circa 5 m. dal mare abbiamo incontrato nuovamente paguri, gibbole, monodonti e una nuova specie i cirripedi. Giunti finalmente al mare attaccati agli scogli c’erano cirripedi e patelle.
Grazie a questo transetto abbiamo capito che anche la zona di scogliera che a prima vista ci era sembrata vuota e spoglia era invece ricca di molte specie animali e vegetali che per la gran parte ci erano sconosciute; ci siamo inoltre resi conto che più i fattori limitanti si facevano sentire, meno specie si incontravano, ma con maggior numero di individui per ciascuna specie. Questo perchè, come ci hanno spiegato gli operatori, laddove le condizioni sono più difficili, le poche specie che vi si adattano non trovano competitori e possono proliferare. Un tipico esempio di "ambiente limite" è proprio l' ambiente di scogliera nella fascia di marea dell’isola d’Elba.