Il vivaismo nella pianura pistoiese

Il settore vivaistico a Pistoia è di vitale importanza economica tanto da fare della provincia la capitale europea delle piante da ornamento.

Il comprensorio si estende per una superficie coltivata di circa 5.000 ha, distribuiti nei comuni di Pistoia, Serravalle Pistoiese, Agliana, Montale, Quarrata.

I dati del 1992, relativi al personale che opera nel settore parlano di 10.000 addetti distribuiti in 1600 aziende, ma l'andamento degli ultimi anni fa pensare che in futuro sia le medie che le grandi imprese richiederanno una quantità di manodopera sempre maggiore. Il 90% della superficie agricola riguarda colture in pieno campo mentre solo il 10% è riservato alla produzione in contenitore, anche se questa tecnica sembra in ascesa. Entrambi questi tipi di coltura determinano un notevole impatto sull'ambiente sia in termini ecologici che paesaggistici: si assiste infatti a un largo impiego di fitofarmaci ( Composti destinati all’impiego in agricoltura allo scopo di proteggere le coltivazioni o le derrate alimentari dalle avversità biotiche ed abiotiche, prevenendo o controllando gli effetti dannosi da queste causate ), diserbanti, concimi chimici e all'uso di materiale plastico isolante per la coltura del terreno.

Nel pieno campo le colture sono esposte alle intemperie climatiche e a numerosi agenti patogeni e chi ha investito tempo e denaro in queste attività rischia continuamente gravi perdite.

Le moderne pratiche di coltivazione sono pertanto strettamente legate all'uso di un'ampia varietà di fitofarmaci per controllare e ridurre i danni provocati dalle malattie e aumentare la produzione.

Alcuni di questi prodotti realizzati dalla moderna tecnologia indubbiamente utili e spesso insostituibili, possono determinare per alcune proprietà o per un uso non razionale, notevoli danni alla biosfera.

In particolare, l'uso di prodotti chimici contribuisce ad elevare il tasso di inquinamento delle acque superficiali.

 

Il sempre più frequente uso di coperture plastiche nei vivai, utilizzate per tener sotto controllo le erbe indesiderate, porta come conseguenza che le acque impiegate per l’irrigazione defluiscono in superficie e quindi non possono essere filtrate dal terreno , per cui le sostanze inquinanti eventualmente entrate in soluzione, vengono direttamente immesse nei corsi d’acqua, tanto più che molti vivai sono sorti nelle loro immediate vicinanze. La conseguenza di tutto questo è che nei corsi d’acqua possono accumularsi sostanze tossiche o possono andare incontro a fenomeni di eutrofizzazione dovuta all’uso eccessivo di fertilizzanti, che provoca una grande proliferazione di alghe che, una volta morte, sono decomposte da batteri la cui attività respiratoria consuma gran parte dell’ossigeno presente nell’acqua, così da non consentire più la vita degli altri organismi.

Le colture finalizzate ad uso commestibile sono regolamentate da alcune leggi ( legge 30/4/’62 n° 283 art. 5, lettera h II comma; O.M. 22/12/’67 e segg.; O.M. 6/6/’88-Q.M.A. e intervalli di sicurezza-; O.O.M.M. 6/6/’85 e successive modificazioni ed integrazioni, 18/7/’90 e segg.-Q.M.A., intervalli di sicurezza e campi di impiego-; O.M. 3/5/’94 e segg.- 95/38/CEE-; O.M. 9/8/’95 e segg.- 94/30/CE-) che impongono all'agricoltore di trattare entro un determinato periodo dalla raccolta, detto tempo di sicurezza.

I tempi di sicurezza però, stabiliti affinché il consumatore non assuma assieme al prodotto anche le sostanze con le quali questo è stato trattato, funzionano solo se rispettati e se adottati con buona pratica, cioè se non si esagera con le dosi.

Nel vivaismo, invece, non esistono i tempi di sicurezza perché non si producono prodotti commestibili ma, come abbiamo già detto, vi è una maggiore percezione del rischio poiché ciò che è tollerabile per un albero da frutto, non lo è per una pianta che deve essere esteticamente accettabile.

È difficile porre in vendita un geranio affetto da muffe , o delle rose attaccate da cocciniglie, tentredini, ragnetti rossi e quindi in qualche modo il coltivatore deve trovare un rimedio per questi danni utilizzando

Insetticidi. È chiaro che si tratta di prodotti che devono essere tossici sulle specie che si vogliono eliminare, ma dato che gli animali si assomigliano molto dal punto di vista fisiologico, possono essere dannosi anche per animali che l’uomo vuole salvaguardare; per esempio il Fenthion, un fosforganico ha una tossicità sul ratto di 200 mmg/kg, mentre sui polli la tossicità è assai superiore (15-30 mmg/Kg)

Questi prodotti possono dare intossicazione acuta o cronica; quest’ultima dipende anche

dalla rapidità di degradazione, cioè il tempo che il composto impiega a trasformarsi in una sostanza innocua. La prima viene suddivisa dal supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale del 26/3/’88 in due classi di tossicità: classe 1: presidi sanitari molto tossici e tossici; classe 2: presidi sanitari nocivi ( vedi tabella).

Molte ditte di fitofarmaci hanno immesso sul mercato pesticidi a rapida degradazione che però al momento attuale sembrano essere meno dannosi per gli organismi non desiderati dei composti tradizionali.

Un insetticida ideale dovrebbe essere altamente specifico, non tossico per i parassiti del fitofago, non dannoso per gli insetti impollinatori, innocuo per l’uomo e gli animali domestici, situazione ideale che è lungi dall’essersi realizzata.

Molti vivaisti hanno chiara la percezione del rischio per la loro salute e per l’ambiente e d’altra parte è nel loro interesse consumare la minor quantità di possibile prodotti chimici, in quanto questa è una voce molto importante del loro bilancio.

 

l Principi attivi più utilizzati nei vivai del pistoiese:

OXADIAZON:

E’ un erbicida ad ampio spettro d’azione, che trova indicazioni d’impiego nel diserbo del riso ( per la lotta specifica contro l’Heteranthera limosa ) e di altre colture, quali: actinidia, girasole, vivai di piante di pesco, melo e pero, vivai di piante ornamentali.

infestanti controllate, mono e dicotiledoni :Alisma plantago, Amaranthus spp., Chenoppdium album, Cyperus difformis, Digitaria sanguinalis, Fumaria officinalis, Galium aparine,Heteranthera limosa, Panicum spp.,Portulaca oleracea, Senecio vulgaris, ecc.

Agisce sulle malerbe con un’azione antigerminello e per contatto.

Nel terreno permane in genere per 3-5 mesi.

pressione di vapore: < 0,1 mPa a 20°C.

Solubilità: 0,7 mg/l in acqua a 20°C.

Tossicità acuta: DL50 orale per ratti > di 8000 mg/ Kg; DL 50 dermale per ratti > 8000 mg/Kg

Classificazione CE: nocivo, irritante, non classificato.

Tempo di sicurezza: non richiesto.

PEDIMENTHALIN

E’ un erbicida indicato per il diserbo di diverse colture, quali: aglio, arachide, asparago, carciofo, carota, cavolo, cipolla, finocchio, frumento, girasole, mais, melanzana, patata, orzo, peperone, pisello, pomodoro, riso, segale, soia, tabacco e ornamentali.

Infestanti annuali, graminacee e dicotiledoni, controllate: fra le graminacee: Apera spica-venti, Echinochloa crus-galli, Sorghum halepense ( da seme), ect.; fra le dicotiledoni: Capsella bursa-pastoris, Cerastium arvense, Fumaria officinalis, Polygonum aviculare, Veronica spp., ect.

Esplica la sua azione inibendo la germinazione dei semi e lo sviluppo dei germinelli. Controlla le malerbe anche nello stadio di plantula sino allo stadio di 1-1,5 foglie per le graminacee e di 2-3 foglie vere per le dicotiledoni. Trova impiego, a seconda delle colture, in pre e post-emergenza pre-semina, pre e post-trapianto, pre-ricaccio e su piante in vegetazione.

Nel terreno permane in genere per 3-5 mesi.

Pressione di vapore: 4 mPa a 25° C.

Solubilità: 0,3 mg/l in acqua a 20° C.

Tossicità acuta: DL 50 orale per ratti albini = 1050-1250 mg/Kg; DL50 dermale per conigli albini> 5000mg/Kg.

Classificazione CE: nocivo, irritante.

Tempo di sicurezza: 60 gg per asparago, carciofo e carota; 75 gg per aglio, cipolla, finocchio, melanzana, peperone e pomodoro; 90 gg per frumento, orzo, segale, riso e mais; 100 gg per i cavoli.

SIMAZINA

E’ un prodotto indicato per il diserbo di pomacee ( melo e pero), vite, olivo, agrumi, carciofo, rose, ribes, mora, lampone, vivai forestali ( escluso larice, frassino, tiglio, betulla, pioppo), vivai di piante madri, di viti americane e per diserbo totale ( canali, strade, scoline, etc.).

E’ un erbicida caratterizzato da una lunga azione residuale, che agisce per assorbimento radicale sulle infestanti annuali, mono e dicotiledoni; nelle fasi iniziali di sviluppo.

Infestanti controllati: Capsella bursa-pastoris, Digitaria sanguinaris, Euphorbia spp, Galinsoga parviflora, Matricaria chamomilla, Mercurialis annua, Papaver rhoesas, Solanum nigrum, Stellaria media, Urtica urens, ect.

Nel terreno permane in genere per 3-12 mesi.

Pressione di vapore: 810 nPa a 20° C; 4800 nPa a 30° C.

Solubilità: 5 mg/l in acqua a 20° C.

Tossicità acuta: DL50 orale per ratti > 5000 mg/Kg; DL50 dermale per conigli >10200 mg/Kg.

Classificazione CE: nocivo.

Tempo di sicurezza: 30 gg.

PROPYZAMIDE

E’ un erbicida ad ampio spettro e lunga persistenza di azione per il diserbo di diverse colture e il controllo della cuscuta della barbabietola da zucchero. In particolare, può essere utilizzato con diverse tecniche di impiego sulle diverse colture: insalate, carciofo, erba medica, trifoglio, sulla, lupinella, barbabietola da zucchero, vite, melo, pero.

Infestanti controllati: fra le graminacee: Avena spp., Poa spp., Lolium spp., Setaria spp.; fra le dicotiledoni: Datura stramonium, papaver rhoeas, Plantago spp., Portulaca oleracea, Veronica spp., etc.

Agisce sulle infestanti prevalentemente per assorbimento radicale, distruggendole quando sono ancora nella prima fasi di sviluppo.

Nel terreno permane in genere per 2-6 mesi.

Pressione di vapore: 11,3 mPa a 25° C.

Solubilità: 15 mg/l in acqua a 25°C.

Tossicità acuta: DL 50 orale = 8350 mg/Kg per ratti maschi e 5620 mg/Kg per ratti femmine; DL 50 dermale per conigli > 3160 mg/Kg.

Classificazione CE: nocivo.

Tempo di sicurezza: non richiesto.

METALAXYL

E’ un funghicida sistematico particolarmente indicato nella lotta contro le peronosporacee ed altre criptogame appartenenti alla classe dei ficomiceti.

Formulato granulare è indicato per il controllo e la prevenzione di malattie causate da ficomiceti ( Pythium, Phytophthora, Bremia) sia nei semenzali che in pieno campo. Viene assorbita dalle radici delle piante trattate e traslocato per via linfatica; agisce anche nei riguardi di attacchi alle parti aeree. In particolare è indicato su fruttiferi, peperone, fragola, conifere e latifoglie, contro la Phytophthora; su altre orticole, soia, floricole e ornamentali; sui tappeti erbosi, contro il Pythium.

Formulato in polvere, trova impiego nella concia dei semi di diverse colture, per proteggere le piantine dalle malattie sistemiche causate da oomiceti. In particolare, può essere utilizzato per la concia delle sementi di: mais, sorgo, girasole, melone, zucchino, pomodoro, peperone, melanzana, pisello, spinacio, soia, piante ornamentali e forestali.

Viene assorbito immediatamente per cui una pioggia che cada anche dopo solo 30 min. non interferisce sulla efficacia e persistenza del trattamento, consentendo all’operatore di non dover ripetere intervento. Ciò permette, quindi, di cadenzare i trattamenti indipendentemente dall’entità delle piogge e dall’incremento della superficie fogliare.

Pressione di vapore: 0,293 mPa a 20° C.

Solubilità: 7,1 g/l in acqua a 20° C

Tossicità acuta: DL 50 orale per ratti = 669 mg/Kg; DL50 dermale per ratti > 3100 mg/Kg.

Classificazione CE: nocivo, non classificato.

Tempo di sicurezza: 5 gg per l’anguria; 10 gg per il peperone; 15 gg per la lattuga; 30 gg per ciliegio e agrumi; 40gg per la fragola; 120 gg per il fagiolo; 150 gg per la soia; 180 gg per l’Actinidia; 20 gg per le altre colture.

PROPOXUR

E’ un insetticida che agisce per contatto e ingestione, particolarmente indicato per la protezione delle colture dagli afidi ( comprese l’afide lanigero e l’ Aphis gossypii), dalle cocciniglie e dalle larve dei fogliatrici ( cavolaia, tentredini, etc.).

Campo di impiego: albicocco, arancio, carciofo, cetriolo, cipolla, fagiolo, insalate, limone, mandarino, mandarancio, melo, ornamentali, patata, pero, pesco, pisello, pomodoro, pompelmo, porro, susino, verza.

E’ un prodotto che si caratterizza per l’azione pronta e duratura.

Pressione di vapore: 1,3 Pa a 120° C.

Solubilità: 2 g/l in acqua a 20°C.

Tossicità acuta: DL 50 orale = 95 mg/Kg per ratti maschi e 104 mg/Kg per ratti femmine; DL 50 dermale per conigli maschi > 500 mg/Kg.

Classificazione CE: tossico.

Tempo di sicurezza: 10 gg

I prodotti elencati si ritrovano anche nelle acque della Brana, perché trasportati dalle piogge e dalle acque d’irrigazione che confluiscono nel torrente.

A testimonianza di ciò riportiamo qui sotto i grafici forniti dall’ A.R.P.A.T. che ha effettuato rilevamenti nella Brana dal febbraio 1996 al giugno 1997

In una coltura a campo aperto vi sono dei normali equilibri biologici caratterizzati dal rapporto preda/predatore; trattando continuamente la coltura con prodotti di sintesi accade che questi equilibri vengono a mancare.

Il vivaista quindi è costretto a trattare con maggiore intensità poiché, un campo privo di difese naturali, è soggetto maggiormente agli attacchi degli agenti patogeni.

Lotta biologica - Lotta integrata.

Si sa ormai da molti anni che gli insetticidi presentano grossi limiti in quanto molti organismi diventano col tempo resistenti alle molecole chimiche con le quali vengono trattati, mentre non possono resistere ai loro nemici naturali con i quali si sono evoluti.

Alcuni ricercatori del settore hanno da tempo intrapreso una strada alternativa per la difesa delle colture: la lotta biologica.

La lotta biologica inizia con lo studio dell'agente patogeno e dei suoi nemici naturali; successivamente, dopo aver identificato il nemico naturale più efficiente (detto ausiliario), si procede coltivando e testando il parassitoide, affinché questo non si nutra di prede più economiche tralasciando il fungo o l’insetto per il quale era stato coltivato.

Talvolta,. per errore, viene introdotto nella coltura, assieme al parassitoide, anche un iperparassitoide, che vive a spese dell’ausiliario rendendone inefficace l'azione.

Un esempio di lotta biologica è dato dal trattamento dei castagni che non può essere effettuato con sostanze chimiche poiché, nel bosco, perderebbero la loro efficacia. Per questo motivo, in caso di attacco da parte di un fungo virulento, si procede con un fungo dello stesso ceppo, infettato da un virus che ha perso la capacità di portare a morte la pianta, causando un'ipovirulenza.

La lotta biologica sembra essere una buona risposta all'inquinamento causato dai fitofarmaci; tuttavia non risponde ancora a molte esigenze cui il vivaista va in contro; infatti non vi sono solo problemi di carattere economico e scarsità di mezzi per la messa in pratica di questa complessa tecnica, ma effettivamente non tutte le colture sono difendibili senza le molecole chimiche; per questo motivo sarebbe auspicabile una lotta integrata che medi fra le due soluzioni. Sarebbe un errore sminuire il ruolo dei vivaisti pistoiesi che, oltre a dare un importantissimo contributo all’occupazione, corrono quotidianamente rischi di varia natura fra i quali le patologie da lavoro derivate dall'uso delle sostanze chimiche; ma sarebbe un errore anche negare l'impatto ambientale che deriva dal loro operare.

Crediamo che una buona convergenza fra produzione e impatto ambientale sia indispensabile affinché in futuro siano tutelati allo stesso modo il lavoro, la produzione e l’ambiente che ci circonda.


Ritorna al menù generale