BOLLETTINO DELLA SEZIONE CAMPANA

Nuova segnalazione di Vespertilio smarginato
Nicola Maio, Giampiera D'Amora

 

Per informazioni e abbonamenti: Sofia Sica


Durante la ricerca faunistica promossa dal Dipartimento di Zoologia dell’Università di Napoli "Federico II" in collaborazione con l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio sono stati rinvenuti, il 29 maggio 1999, numerosi individui aggregati (cluster) di vespertilio smarginato Myotis emarginatus (E. Geoffroy, 1806) (ordine Chirotteri, famiglia Vespertilionidi) sulla soffitta di un locale di un vecchio rudere diroccato situato nel Comune di Ottaviano. Alcuni esemplari sono stati catturati sia facendo uso di un retino telescopico sia con l’ausilio di una rete per Chirotteri (mist-net), provvedendo ad adottare tutte le precauzioni necessarie ad arrecare il minimo disturbo: gli animali sono stati trattenuti solo il tempo necessario alla identificazione, sono stati fotografati e subito rilasciati.
Di un esemplare sono state rilevate le misure biometriche. Sono stati, inoltre, rilevati i dati relativi alla temperatura (17,5°C) e all’umidità relativa (87%) dell’ambiente. Tutte le operazioni sono state condotte con i relativi permessi rilasciati dal Parco Nazionale del Vesuvio, dal Corpo Forestale dello Stato e dalla Regione Campania.

Misure rilevate
mm Lunghezza avambraccio 40,6
Lunghezza testa - corpo 50,6
Lunghezza coda 40,1
Lunghezza V metacarpale + V dito 55,0
Lunghezza orecchio 15,4
Lunghezza trago 7,5

Per la determinazione si è fatto ricorso alle chiavi dicotomiche di Lanza (1959), Macdonalds & Barrett (1993), Schober & Grimmberger (1997), e alle collezioni di riferimento del Museo Zoologico di Napoli. Gli esemplari esaminati avevano il dorso di colore bruno chiaro-rossastro mentre il ventre era decisamente più chiaro, presentavano l’apice del trago non sporgente rispetto alla base della smarginatura del bordo esterno del padiglione auricolare (questo carattere è anche quello che dà il nome alla specie); tale smarginatura in genere è più netta e situata sempre più in alto delle altre specie di questo genere: in particolare essa è superiore alla metà dell’altezza del padiglione, provvisto di 6-8 pliche trasversali brevi ma ben sviluppate; l’antitrago è più piccolo che nel Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) col quale potrebbe essere confuso; il trago è un pò più lungo di metà padiglione, ma il suo apice, notevolmente acuto, non sorpassa la base della smarginatura, caratteri che lo distinguono dal Myotis nattereri (Kuhl, 1817). L’avambraccio è lungo da 36 a 43,5 mm. L’attacco del plagiopatagio (membrana alare della mano e del braccio) è situata alla base dell’alluce; l’apice dell’ultima vertebra della coda è libero dall’uropatagio (membrana alare della coda) (Fig. 2). Tutti gli esemplari esaminati erano di sesso femminile, dato che ci porta a ipotizzare che si possa trattare di una colonia estiva in stadio riproduttivo.

La biologia di questa specie allo stato attuale delle conoscenze è poco nota: generalmente vive in colonie costituite anche da un centinaio circa di individui (Maywald & Pott, 1988); non si conoscono con esattezza le sue preferenze abitative, anche se sembra che preferisca le grotte come rifugio in inverno (hibernaculum) (Brosset, 1966) e sottotetti di edifici, oltre a caverne, in estate (nursery) (Lanza, 1952). Secondo Kuzjakin (1950) e Brosset (1966) le nursery di M. emarginatus sono spesso associate a quelle del ferro di cavallo maggiore Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774). Si suppone, inoltre, che questi animali preferiscano cacciare isolati e non in gruppi, soprattutto in zone boscose e parchi in prossimità di fonti d’acqua. Non risulta che effettuino grandi spostamenti o vere e proprie migrazioni. L’accoppiamento ha luogo per lo più in autunno, ma anche in primavera; le femmine partoriscono un piccolo tra maggio e luglio (Lanza, 1959). Il vespertilio smarginato è una specie con diffusione medioeuropea - mediterranea, infatti l’areale va dall’Olanda alla Polonia nell’Europa settentrionale al Marocco a Sud, e in Oriente si estende in Asia minore, Crimea, Caucaso, Turkestan e fino all’Iran settentrionale (Lanza & Finotello, 1985). In Italia sembra abbastanza frequente, anche se esistono poche segnalazioni per il meridione, sicuramente dovute a difetto di ricerca (Monticelli, 1885; Gulino & Dal Piaz, 1939; Lanza, 1959; Zava et al., 1996); Russo & Picariello (1998) lo considerano molto raro in Campania. Il nostro ritrovamento risulta di particolare interesse in quanto si tratta della prima segnalazione documentata per la Provincia di Napoli e della terza segnalazione per la Campania. È da precisare che nei due casi precedenti si trattava di individui isolati (Gulino & Dal Piaz, 1939; Russo & Picariello, 1998). Tale rinvenimento evidenzia la presenza di una specie nuova per il Parco Nazionale del Vesuvio (Fraissinet, 1990; Picariello et al., 1999), ed in particolare, di una specie di interesse comunitario individuata dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora selvatiche, e valorizza ulteriormente l’istituzione di un parco nazionale in un’area che è stata soggetta a degrado del territorio da oltre 30 anni. Lo status conservazionistico di M. emarginatus, è ancora poco noto a causa della scarsità di dati disponibili, è comunque considerata una specie sensibile al disturbo antropico. L’uso indiscriminato di pesticidi e diserbanti, utilizzati massivamente nelle aree agricole vesuviane, l’inquinamento dovuto alla mancanza di un sistema fognario e alla totale assenza di smaltimento dei rifiuti, e soprattutto la distruzione o l’alterazione degli edifici usati come rifugi (roosts) ed il degrado delle aree di foraggiamento, potrebbero mettere in serio pericolo la sopravvivenza di questi Chirotteri anche nel Parco Nazionale del Vesuvio. Desideriamo ringraziare vivamente per la loro preziosa collaborazione oltre che per il supporto tecnico il Prof. Orfeo Picariello, il Dr. Paolo Agnelli, il Dr. Fabio Guarino, il Dr. Giancarlo Moschetti, il Prof. Maurizio Fraissinet ed il Dr. Salvatore Vicidomini.

BIBLIOGRAFIA
Brosset A., 1966. La biologie des Chiroptères. Masson et C. Ed., Paris. Fraissinet M., 1990. La fauna vertebrata del Complesso Somma-Vesuvio. Quaderni vesuviani, 6 (16): 21-29.
Gulino G. & Dal Piaz G., 1939. I Chirotteri italiani. Boll. Mus. Zool. Anat. comp. Torino, 47 (91): 61-103.
Kuzjakin A. P., 1950. Letucie mysi. Sovetskaja Nauka, Mosca.
Lanza B., 1952. Speleofauna toscana. II. Mammiferi. Arch. zool. ital., 37: 107-130.
Lanza B., 1959. Chiroptera Blumenbach, 1774; pp. 187-473. In: Toschi A. & Lanza B., Mammalia. Generalità - Insectivora - Chiroptera. Fauna d’Italia, vol. 4. Calderini, Bologna.
Lanza B. & Finotello P. L., 1985. Biogeografia dei Chirotteri italiani. Boll. Mus. reg. Sci. nat. Torino, 3 (2): 389-420.
Macdonalds D. & Barrett P., 1997 - Mammals of Britain & Europe. Harper Collins Publishers. London.
Maywald A. & Pott B., 1988. Pipistrelli, vita e protezione. Ulisse, Torino.
Monticelli F. S., 1885. I Chirotteri del Mezzogiorno d’Italia. Atti Soc. it. Sc. nat. Milano, 28 (3-4): 169-213. Picariello O., Fraissinet M. & Maio N., 1999. Gli animali selvatici del Parco Nazionale del Vesuvio e del Cilento-Vallo di Diano; pp. 347-383. In: La "rete" MAB nel Mediterraneo. Parchi Nazionali del Cilento Vallo di Diano e del Vesuvio. Il ruolo dell’UNESCO, Lucarelli F. (ed.). Studio Idea, Napoli. Russo D., & Picariello O., 1998. Chirotteri della Campania: osservazioni faunistiche ed ecologiche. Atti Soc. it. Sci. nat. Museo civ. Stor. nat. Milano, 139/1998 (2): 159-171. Schober W. & Grimmberger E., 1997. The bats of Europe and North America. Neptune. T.F.H. publications. Zava B., Fornasani L. & Violani C., 1996. New distribution data of the Italian chiropterofauna. VII European Bat Research Symposium (Veldhoven, Olanda): 78.


 
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