BOLLETTINO DELLA SEZIONE CAMPANA


Progetto
Recupero e adozione del Verdolino
Giovanna Santorelli e Giovanni Salzano

 

Per informazioni e abbonamenti: Sofia Sica


I Parte
Relazione sullo studio Geo-Vulcanologico del Vallone del Verdolino realizzato dai docenti G. Santorelli e G. Salzano con gli alunni delle classi "G e "H del VI I.T.I.S. di Napoli.
Il progetto "recupero del Verdolino" ha visto impegnati gli alunni delle classi II G e II H. Questo lavoro ha avuto come obiettivo didattico la conoscenza del territorio dal punto di vista geologico e dal punto di vista naturalistico; l’obiettivo comportamentale è stato poi quello di educare gli allievi al rispetto dell’ambiente. Noi insegnanti abbiamo ritenuto che la conoscenza del territorio sia una condizione stimolante per l’approfondimento dello studio del relativo ambiente e quindi per il rispetto dello stesso. La prima uscita sul territorio ha impegnato gli studenti in una documentazione fotografica ed in un prelievo di campioni (terreno e rocce). Su tali campioni gli studenti hanno, quindi, effettuato esercitazioni di laboratorio. Le indagini hanno fatto evidenziare i minerali presenti nell’area studiata. Importante è stata la tematica generale riguardo il dissesto idrogeologico dell’area. È stato, quindi, effettuato uno studio geo-vulcanologico della collina dei Camaldoli, inquadrata nella più vasta area vulcanica dei Campi Flegrei. A tal fine gli studenti hanno realizzato una "carta vulcanologica". In essa gli studenti hanno evidenziato i diversi tipi di prodotti, scaturiti dalla antica attività vulcanica dei Campi Flegrei ed, inoltre, hanno trascritto, in brevi note, i termini vulcanologici maggiormente in uso. Riguardo, poi, il Vallone del Verdolino, è stato ricostruito, graficamente, uno "schema stratigrafico" dei prodotti vulcanici affioranti nella Zona dei Camaldoli; in particolare è stata tenuta presente la successione esistente nello stesso Vallone del Verdolino. Uno degli scopi più importanti del lavoro effettuato è stato quello di inquadrare il Verdolino nella dinamica geologica della più vasta area flegrea e, quindi, di interpretare la presenza di alcuni tipi di terreni. L’ottica più generale è stata quella di studiare il "dissesto idro-geologico" della collina dei Camaldoli (area didatticamente completa riguardo la fenomenologia che si riscontra). Tutto il lavoro, effettuato dagli studenti, è stato esposto in una mostra, allestita nei locali del "33° Circolo Verdolino". Le attività sono state coordinate dal prof. Missaglia.

II Parte
IL RISCHIO IDROGEOLOGICO DELLA COLLINA DEI CAMALDOLI ed in particolare del "VALLONE DEL VERDOLINO" La collina dei Camaldoli secondo vari autori, fra i quali il Rittman, è parte di un gran cono eccentrico il cui asse va individuato al centro dei Campi Flegrei e, principalmente, nella zona di Agnano. Secondo tale ricostruzione, quindi i Camaldoli apparterrebbero al recinto di un grande apparato vulcanico che Rittman chiama "Ur Phlegraeus o Archiflegreo". Di questo grande edificio vulcanico, oggi completamente distrutto, rimangono i relitti di cui la collina dei Camaldoli rappresenta la vestigia più importante. Nella zona sud dei Camaldoli si estende la zona del Verdolino che rappresenta un’area classica per lo studio della geologia dei Campi Flegrei. Il vallone del Verdolino è una struttura vulcano-tettonica che ha condizionato l’assetto idrografico della collina dei Camaldoli. Infatti mentre tutta la rete drenante dei Camaldoli scorre verso est, il vallone del Verdolino piegando verso sud cattura una linea di impluvio mostrando quindi un chiaro esempio di condizionamento strutturale. Nella zona oltre al naturale approfondimento del vallone si sono individuati fenomeni di frana a carico della copertura piroclastica sciolta, che minacciano delle costruzioni presenti a monte (Camaldolilli). Tali strutture sono fra l’altro la causa principale dei fenomeni in quanto incanalano le acque reflue provenienti dall’insediamento direttamente nel vallone. Le fenomenologie sono altresì presenti sul fronte di una cava di tufo giallo vicino al vallone. Con quanto detto si vuole evidenziare come il predominio degli interessi di pochi, sugli interessi della collettività, congiunto ad una carenza di "cultura" per la gestione del territorio, abbia potuto alterare in modo sensibilissimo, in pochi anni, un equilibrio naturale raggiunto nel corso di millenni. Così lo sfruttamento forzato della collina dei Camaldoli, sia per la coltivazione di cave, sia per fini edilizi ha innescato fenomeni evolutivi che si sono manifestati tanto come accelerazione della erosione lineare tanto come ribaltamenti e crolli delle pareti tufacee in corrispondenza delle aree cavate, nonché movimenti per lo più di tipo rotazionale a danno della coltre piroclastica. Si vuole far rilevare che pur essendo il fenomeno irreversibile, esso può essere controllato in modo da poter ridare una sua identità all’ambiente così degradato. È necessario, però, che il fine venga perseguito con lo sforzo congiunto di tutte le forze sociali interessate e in particolare della classe politica, degli amministratori, delle associazioni ambientaliste e dei cittadini. .

 
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