$content = dbread_page ($db, elementi, 1, codice);?> | | | | | BOLLETTINO DELLA SEZIONE CAMPANA | 
| STATUTI, BAGLIVA E CONTI COMUNALI IN BASILICATA IL CASO DI MARSICONUOVO (Potenza) | Mario De Lucia | | | |
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Volendo tracciare un quadro della vita economica ed amministrativa dei comuni meridionali, dal Quattrocento all’Ottocento, è necessario consultare le fonti esistenti a livello locale che possono variare notevolmente da comune a comune. Alcuni comuni possono essere ricchi di documenti interessanti per il periodo considerato, altri ne possono essere privi. Senza cure particolari, nel corso dei secoli, molti documenti possono essere stati smarriti, altri possono essere stati distrutti dalle guerre o dagli incendi. Nel caso del comune di Marsiconuovo gli studiosi di documenti sono avvantaggiati, perché l’autore, prof. A. Lotierzo con passione ha cercato, raccolto e riportati alla luce ed alle stampe, fonti che, partendo dalla metà del ’400 arrivano fino alla metà dell’800. Con la documentazione relativa alla Bagliva di Marsiconuovo, con la raccolta degli Statuti, con il riferimento ai Conti Comunali del ’700 e dell’800, infatti, il lavoro di ricerca e di esame della documentazione permette l’acquisizione di notizie assai attendibili sulla vita economica ed amministrativa di Marsico. Sfogliando le pagine dell’attenta ricerca dell’autore ed attraverso l’approfondimento delle numerose fonti raccoltesi si può delineare, sempre con una ragionevole precisione la situazione amministrativa, economica e sociale del comune di Marsico, che, in effetti non si distingueva molto da altri comuni del meridione. Dal ’400 in poi la vita economica si sviluppò seguendo i canoni di una società feudale. Con il passare dei secoli però, il comune, diede segni di un dinamismo proprio, legato alla evoluzione, seppure assai lenta del Regno di Napoli che, dal ’700 in poi e soprattutto ai primi dell’800, superò la sua configurazione feudale per avviarsi verso un ammodernamento della vita amministrativa, accompagnata da una ripresa dell’agricoltura tradizionale, stimolata dalle attività artigianali e dal piccolo commercio locale. La vita economica di Marsico era ovviamente legata alle condizioni agricole ed ambientali di una regione come la Basilicata, che restava un pò lontana dalle linee di maggiore traffico, priva poi di centri portuali o commerciali di primaria importanza. Marsico era allora un comune di alcune migliaia di abitanti, legati come abbiamo già accennato, ad una struttura agricola di tipo feudale. Trattandosi di un comune posto ad una certa altitudine (820 m s.l.m.), non lontano dal fiume Agri, le sue risorse economiche erano piuttosto limitate. Prevaleva una attività agricola, basata su alcune coltivazioni tipiche come la cerealicultura, con una certa presenza di viti, di alberi da frutta e di castagneti. L’attività più remunerativa, così come risulta con evidenza dallo studio degli Statuti e dei bilanci settecenteschi ed ottocenteschi, era costituita dall’allevamento del bestiame ovino, caprino e bovino. Ad esso era legata la produzione di prodotti lattiero-caseari, nonché la lavorazione e vendita della lana e la concia delle pelli. Nei documenti vi sono ripetuti riferimenti ai lavoratori del lino, ai beccai ed ai macellai, ai panettieri ed ai mugnai. Per ciò che riguarda l’aspetto socio-economico l’autore, nella sua ricerca, sottolinea la presenza di una élite sociale prevalente che comprendeva gli imprenditori agricoli e gli allevatori più intraprendenti, come la famiglia Barrese Liparuoli ed altre famiglie illustri, che erano presenti con i loro prodotti agricoli e manifatturieri sul mercato locale e nelle fiere vicine come quelle più famose di Padula e Viggiano. Qui si vendevano prodotti agricoli come i cereali, ricotte e caciocavalli di buona fattura e si comprava e si vendevano stoffe di lana e pellame. Le "voci" relative ad animali da allevamento, alla compravendita dei cereali, ad altri prodotti agricoli, alla lavorazione del lino ed a quella della lana sono assai frequenti nella descrizione delle singole norme degli Statuti, così come nei bilanci comunali del ’700 e dell’800 nella descrizione di censi e rendite derivanti da proprietà fondiarie e da forme varie di prestiti e di diritti di esazione fiscale. Numerosi sono i riferimenti ai bilanci ed agli "stati discussi" sindaco di Marsico proposti dall’autore, che fanno luce sulle condizioni amministrative ed igienico - sanitarie del comune. Dal ’700 all’800 i documenti del comune sono raccolti con cura in appositi "albi", con l’attività di contabili, scrivani, apprezzatori pubblici. Sono anche evidenti nei bilanci stessi, i riferimenti al personale igienico - sanitario, come i medici condotti, i signori chirurghi ed ai documenti sanitari come la lista delle vaccinazioni ed i controlli igienici di tutte le rivendite di prodotti alimentari. Vi erano anche dei controlli sulle discariche pubbliche e sugli immondezzai comunali. Dallo studio dell’interessante appendice documentaria, che segue la fine del saggio, risulta, che i bilanci, soprattutto quelli dei primi decenni del ’700 erano in deficit per la insufficienza delle entrate fiscali di competenza del comune, prima della riforma prevista dai Catasti Onciari alla metà del ’700. Ecco quindi che dalla utilizzazione metodica delle fonti della storia di Marsico, riportate con puntualità dall’autore, si è in grado di offrire una breve panoramica della vita economica, amministrativa e sociale di questo piccolo comune della provincia di Potenza, che, grazie alla documentazione raccolta può rivivere oggi il suo passato medievale ed offrire, ai lettori interessati, buoni riferimenti sulla vita economica e sociale del periodo compreso tra il ’500 e l’800 e prospettare così un quadro di assieme assai significativo. E’ chiaro che, solo nell’800 o con la occupazione francese del 1807 e poi con l’unità d’Italia, il mezzogiorno, nella sua storia pur tra notevoli difficoltà, ha abbandonato il suo aspetto feudale e tradizionale, per avviarsi verso un nuovo sviluppo, comunque legato al suo passato. | | | | | | |
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