Dopo l’inserimento dell’ora di geografia nei tecnici e nei professionali ad opera della ministra Carrozza (novembre 2013) sembra che si vada verso un’analoga modalità per aumentare, questa volta, le ore di storia dell’arte nei licei.
Pochi giorni fa il ministro Giannini ha firmato con Dario Francescini (ministro dei Beni Culturali) un protocollo di intesa assumendo un “impegno formale per rafforzare la storia dell’arte”. Tale affermazione ha ottenuto l’Immediato consenso del senatore Andrea Marcucci (Pd), presidente della Commissione Cultura del Senato, e di esponenti politici di vari partiti.
Inoltre il ministro Franceschini ha detto che ” in sinergia col MIUR abbiamo allo studio un percorso di studi liceali nel settore dei beni culturali incentrato sulla storia dell’arte e la conoscenza delle lingue e dell’uso delle ICT” ed ha anche aggiunto che, in attesa dei nuovi licei, “nell’immediato verrà ridato il giusto peso allo studio della storia dell’arte nelle scuole allo scopo di risarcire la materia del giusto ruolo nella formazione della cultura superiore”.
Senza voler entrare nel merito della teorica opportunità o meno di incrementare le ore di geografia e storia dell’arte piuttosto che di biologia o di musica o di scienze motorie o di qualunque altra disciplina, c’è da chiedersi: è mai possibile che in Italia, nella scuola (ma non solo), non si riesca a prendere decisioni dopo un’analisi seria ed organica delle oggettive esigenze formative primarie dei nostri studenti? Per quanto tempo ancora le spinte particolari dei gruppi di pressione prevarranno sull’interesse generale ?
Perché il ministro Giannini invece di avallare le richieste del suo omologo dei Beni Culturali non da’ subito seguito alla norma contenuta nella Legge 128/2013 che prevede la revisione complessiva del “riordino” dell’ex ministro Gelmini, giunto ormai al quinto anno di attuazione e che ha ampiamente dimostrato tutta la sua inadeguatezza?
Attilio Pasqualini