Il concetto di vita è intuitivo. Una sua definizione rigorosa non è, al contrario, possibile. Le definizioni che prevedono una breve serie di attribuzioni di proprietà (del tipo: un essere vivente nasce, si accresce, può riprodursi, muore) possono tutte essere
contraddette. Ad ogni definizione proposta sono state contrapposte obiezioni. È vivente un cristallo, una superficie di argilla del letto di un fiume in grado di riformarsi più a valle, un virus, un organismo definito che riceve un nome alla nascita ed un certificato alla sua morte (come è avvenuto ed avverrà per noi), un pianeta quale la Terra. Sono viventi le Galassie che, anch’esse, hanno un inizio ed una fine in un dilatato tempo cosmico?
La soluzione è operativa. La definizione di vita accettata correntemente è quella proposta in un convegno sull’argomento organizzato dalla NASA: “A self-sustaining, self-replicating chemical system capable of undergoing Darwinian evolution” ovvero un sistema chimico in grado di auto-sostentarsi, di auto-replicarsi, in grado di evolvere all’interno delle regole definite dalla teoria darwiniana, in questa definizione è insito però il concetto di generazione spontanea.
Autori: SAMANTA PINO, ERNESTO DI MAURO
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