Un fungo contro l’invecchiamento
Secondo i ricercatori dell’Università di Pavia alcuni metaboliti presenti nel fungo medicinale Hericium erinaceus permettono il recupero del declino cognitivo durante l’invecchiamento. Questa scoperta apre la possibile via a una nuova strategia terapeutica per la prevenzione e la cura della demenza, dell’Alzheimer e per ritardare l’invecchiamento cognitivo
Nel mese di marzo la prestigiosa rivista internazionale “Nutrients” ha pubblicato una ricerca di un team dell’Università di Pavia. Hanno collaboratodue laboratori di ricerca: le Prof.sse Paola Rossi e Maria Grazia Bottone del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie, e la Prof.ssa Elena Savino del laboratorio di micologia del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente. Il lavoro è stato svolto grazie alla collaborazione del Centro Grandi Strumenti dell’Università di Pavia e dell’Istituto di Ricerca Green Science and Technology dell’Università di Shizuoka (Giappone).
L’invecchiamento si presenta come la somma di tutti i cambiamenti, fisiologici, genetici e molecolari che coinvolgono l’organismo durante la crescita, lo sviluppo e la senescenza. La fragilità locomotoria è una sindrome sub-clinica che si accompagna a un aumentato rischio di eventi avversi quali cadute, fratture, perdita di autonomia e invalidità.
Hericium erinaceusè un fungo commestibile largamente utilizzato nella medicina tradizionale cinese e giapponese. A causa del suo aspetto è conosciuto anche come Lion’s Mane (criniera di leone) o Monkey’s Head (testa di scimmia); cresce in Europa, Asia, Nord America e Oceania. In Italia è abbastanza raro, ma è possibile trovarlo negli Appennini, in Sicilia e Sardegna.
Lo studio è consistito nella preparazione di estratti sia di micelio che di corpo fruttifero da un esemplare di H. erinaceus rinvenuto in Toscana e isolato dal team della Prof.ssa Elena Savino.
Dopo una caratterizzazione chimica dei metaboliti presenti nel fungo medicinale ad opera del Centro Grandi Strumenti dell’Università di Pavia diretto dalla Dott.ssa Federica Corana, sono stati preparati degli estratti del fungo. La somministrazione per 2 mesi con questi estratti d H. erinaceus in topi sani, monitorati nella loro performance di memoria attraverso l’utilizzo di test specifici, ha portato i topi a regredire da una “età cognitiva” corrispondente nell’uomo ai 75 anni a 57 anni, ringiovanendo di quasi 20 anni. Grazie a studi immunoistochimici sull’ippocampo e sul cervelletto è stato studiato il meccanismo molecolare coinvolto in questo effetto. I dati ottenuti dimostrano che gli estratti del fungo medicinale esercitano un effetto simile al fattore di crescita neuronale (NGF) descritto da Rita Levi Montalcini, con un aumento della neurogenesi nelle aree del sistema nervoso centrale deputate alla memoria.
Queste proprietà neuroprotettive possono essere la base per la ricerca di nuove molecole utilizzabili in malattie neurodegenerative che non hanno, ad oggi, strategie terapeutiche efficaci quali la demenza e l’Alzheimer.
https://www.mdpi.com/2072-6643/11/4/715