Il nuovo Regolamento sulle classi di concorso, in vigore dal 23 febbraio scorso, è al centro di analisi critiche e di proteste. Da più parti ne vengono messi in evidenza errori ed incongruenze di ogni tipo.
Il CUN, Consiglio Universitario Nazionale, il mese scorso ha approvato una mozione molto severa nei confronti del provvedimento ministeriale, mettendone in evidenza, in primo luogo, l’incoerenza con l’attuale struttura delle lauree magistrali e la potenzialità nel produrre effetti significativamente distorcenti a carico del sistema universitario e scolastico e di aprire altresì a discriminazioni che possono diventare causa di un esteso e motivato contenzioso.
Se si prendono in esame gli effetti dell’applicazione del nuovo Regolamento sulla classe di concorso A-28: Matematica e scienze nella scuola media, si può chiaramente osservare che a partire dall’anno accademico 2019/20, in assenza di correzioni o di ulteriori provvedimenti, si determinerà la sostanziale esclusione dall’accesso a quella classe di concorso dei giovani laureati in Scienze biologiche, geologiche, naturali, ambientali, agrarie e in numerose altre lauree magistrali, malgrado si tratti di titoli di studio riconosciuti come utili dal Regolamento. Fra 3 anni verranno quindi escluse di fatto dall’accesso alla A-28 le lauree che finora hanno fornito il maggior numero di docenti di Matematica e Scienze nella scuola media.
Per l’accesso alla A-28 anche le lauree in Matematica, in alcune Ingegnerie ed in Fisica, per quanto di gran lunga più facilitate delle altre, non corrispondono del tutto al combinato di CFU (crediti formativi universitari) richiesti dal nuovo Regolamento nel quale si prescrive che il piano di studi, fra laurea triennale e laurea magistrale, abbia previsto almeno 132 crediti nei settori scientifico disciplinari MAT, FIS, CHIM, GEO, BIO, INF/01,INF-ING/05, di cui almeno 30 in MAT, 12 in FIS, 6 in CHIM, 6 in GEO, 6 in BIO, 6 in INF/01 o in ING-INF/05 o in SECS-S/01, nonché, dei predetti 132 crediti, almeno 90 crediti nel corso della laurea triennale, articolati come segue: almeno 12 in MAT, almeno 6 in FIS, almeno 6 in CHIM o GEO, almeno 6 in INF/01 o ING-INF/05 o SECS-S/01.
In @nisninforma dello scorso 16 marzo ( http://www.anisn.it/nuovosito/regolamento-insegnera-scienze-scuola-media/) è già stato affrontato il problema della classe di concorso “Matematica e Scienze” e sono state indicate le lauree d’accesso alla A-28 . In questo articolo cerchiamo invece di chiarire cosa c’è “a monte” di questo provvedimento così paradossale e punitivo per i laureati in quelle Scienze sperimentali che hanno finora alimentato le cattedre di Matematica e Scienze nella scuola media. Ci auguriamo in tal modo di contribuire a stimolare una riflessione tra i lettori di questa rubrica ed anche di fornire elementi utili per iniziative che docenti e associazioni, a partire dall’ANISN, volessero intraprendere nei confronti del MIUR.
Perché per la A-28 il nuovo Regolamento ha definito un piano di studio così articolato e meticoloso nella richiesta di CFU, così poco praticabile all’interno della maggior parte delle lauree indicate come titoli utili e per di più non corrispondente ad alcuna delle lauree magistrali attive nelle Università italiane ?
A ben guardare, l’unica laurea che fornisce tutti i requisiti indicati dal Regolamento esiste, ma solo sulla carta; la sua attivazione è infatti bloccata da anni dallo stesso MIUR e ciò spiega perché viene ignorata dal provvedimento. Si tratta del Corso di Laurea Magistrale in Formazione degli insegnanti di Matematica e Scienze LM-95, istituito con il DM_10_092010_n.249 (e successive integrazioni), approvato da molte Università italiane (Camerino, Pisa, Bologna, Roma, Trieste, ecc.) tutte in attesa dello sblocco da parte del MIUR al quale compete l’indicazione del numero di posti assegnato a ciascun ateneo.
Ma se il MIUR non è in grado di attivare la LM-95, perché di fatto costringe gli studenti che frequentano regolarmente corsi di laurea riconosciuti utili a doversi arrangiare, rincorrendo esami opzionali disorganici e non certo in grado di consentire un serio percorso formativo ? Oppure a rinunciare all’insegnamento nella A-28 ? Non sarebbe stato meno penalizzante e più proficuo per la formazione del futuro docente se il nuovo Regolamento avesse confermato la situazione finora applicata per la ex 59/A, migliorandola con la richiesta di alcuni CFU aggiuntivi e mirati, fino a quando fosse stata attivata la LM-95 e fossero licenziati i primi laureati ?
E’ auspicabile che i docenti e le associazioni che hanno a cuore il ruolo formativo delle Scienze sperimentali, a cominciare dall’ANISN, rivolgano questa domanda al MIUR. A questo proposito c’è da augurarsi che l’ANISN corregga o integri il suo documento inviato il 1° aprile scorso alla ministra Giannini (ANISN su DPR classi di concorso) nel quale, per la A-28, si propone di fatto, a partire dal 2019/20, di rendere inaccessibile la classe di concorso non solo ai laureati nelle lauree magistrali citate sopra (Scienze biologiche, geologiche, naturali, ecc.) ma anche ai laureati in Matematica, Fisica, Ingegneria. Se infatti l’attuale ordinamento universitario non prevede un corso di laurea che fornisca, come si chiede in quel documento, almeno 30 CFU in Matematica, 6 in Informatica, 12 in Fisica, 12 in Chimica, 12 in Geologia e 12 in Biologia, come si può pretendere che quei crediti formativi possano essere acquisiti per iniziativa individuale dello studente, al di fuori di un piano formativo organico della propria Università, e peraltro anche successivamente all’acquisizione del titolo di studio. Sarebbe il solito invito ad arrangiarsi, la solita opportunità offerta a chi trae vantaggio dalle speranze dei giovani, insomma una ulteriore beffa per quelli che sono oggi “i più anziani” giovani laureati d’Europa.
Attilio Pasqualini (attiliopasqualini@gmail.com)