Alla fine di gennaio 2015 la collaborazione tra un astronomo dell’Osservatorio di Leida, nei Paesi Bassi, Matthew Kenworthy e il suo collega Eric Mamajek, dell’Università americana di Rochester, ha portato alla identificazione del primo pianeta con anelli, al di fuori del nostro sistema solare 200 volte più grande di Saturno. Con il procedere degli studi è stato anche ipotizzata la presenza, in orbita intorno al pianeta, di un satellite naturale di recente formazione delle dimensioni di Marte. La stella intorno a cui orbita il pianeta gigante si trova nella costellazione del Centauro, a circa 430 anni luce dal nostro sistema solare, ed è nota con la sigla semplificata di J1407. Si tratta di una stella giovane (il dato si ricava dalla elevata velocità di rotazione) e lo studio basato sulla variazione di luminosità emanata dalla stella, in funzione del tempo (curva di luce), ha evidenziato una lacuna di luminosità di 56 giorni, ma si sono evidenziate anche piccole variazioni di soli 20 minuti. Questo dato è spiegabile solo con il passaggio, davanti al pianeta, di un oggetto di circa 180 milioni di chilometri. Riprendendo le osservazioni di anni precedenti, ed eliminando altre ipotesi, ai due astronomi non è restata altra soluzione che ipotizzare la presenza di una sistema di anelli, simile a quelli di Saturno, ma di dimensioni molto maggiori. Il tentativo di ottenere immagini del pianeta gigante chiamato J1407b, non ha dato per ora esito, ma ciò non significa che esso non esiste, in quanto i motivi del mancato avvistamento possono essere diversi. Restano le prove inconfutabili della presenza di anelli e di un satellite gigante, la cui presenza è confermata da un ampia lacuna di onde sinuose di materia in via di aggregazione. Negli anni seguenti, gli sforzi degli astronomi saranno concentrati sull’obiettivo di avere una conferma diretta dell’esistenza di questo sistema gemello di Saturno, ma di dimensioni ben maggiori. Circa un anno dopo (gennaio 2016) due astronomi del California Institute of Technology, Konstantin Batygin e Mike Brown, che in uno studio apparso su The Astronomical Journal hanno annuniciato la scoperta di un pianeta dieci volte la Terra, situato a una distanza 600 volte quella che ci separa dal Sole. Questo nuovo inquilino del Sistema Solare, battezzato per ora semplicemente Pianeta Nove, non è stato però osservato direttamente, ma attraverso le perturbazioni gravitazionali prodotte sul moto di alcuni degli oggetti più lontani nel Sistema Solare, che si trovano nella lontana Fascia di Kuiper. Questi oggetti infatti mostravano delle orbite decisamente strane, come se il loro movimento fosse disturbato dal campo gravitazionale di un corpo esterno molto massiccio: si ipotizza che il nuovo pianeta abbia una massa circa dieci volte più grande di quella della Terra. Non si sa ancora come abbia avuto origine: potrebbe essere un pianeta gigante come Giove, Saturno, Urano o Nettuno che in passato è stato vittima di una “carambola gravitazionale” che lo ha scagliato ai confini del Sistema Solare. Fino a quando non lo osserveranno gli astronomi non potranno affermare in modo definitivo che Planet Nine esiste realmente: potrebbe essere individuato, in linea di principio, con i telescopi esistenti, e più facilmente con il giapponese Subaru Telescope, alle Hawaii, che ha un enorme specchio per catturare luce debole e un ampio campo visivo.
Batygin e Brown non sono i primi a sostenere l’esistenza di un nuovo pianeta nel sistema solare. Nel 2014 Trujillo e Scott Sheppard, della Carnegie Institution for Science, hanno sostenuto su “Nature” che la loro scoperta di un oggetto molto più piccolo, chiamato 2012 VP113, insieme con l’esistenza di una manciata di corpi precedentemente identificati nel sistema solare esterno, suggeriva che poteva esserci un oggetto di dimensioni planetarie ai confini del sistema solare.
Per saperne di più:
http://arxiv.org/abs/1501.0565
http://www.lescienze.it/archivio/articoli/2016/03/02/news/gli_anelli_di_un_super-saturno-2987780/
http://www.rochester.edu/newscenter/gigantic-ring-system-around-j1407b/
http://www.lescienze.it/news/2016/01/21/news/prove_super_terra_oltre_plutone-2937903/
http://iopscience.iop.org/article/10.3847/0004-6256/151/2/22
http://www.nature.com/nature/journal/v507/n7493/full/nature13156.html