Intervento di R. Vacca
Troppo spesso sentiamo o leggiamo frasi che contengono l'espressione
"crescita esponenziale". Per quanto riguarda la demografia l'uso di
questi termini è all'ordine del giorno. In questo passo, tratto da un saggio di
Roberto Vacca, se ne comprende l'uso errato che ne facciamo, soprattutto
nell'ambito dei problemi demografici. L'esempio riportato da Vacca, è
facilmente rapportabile all'incremento di popolazione.
[Quale formula sceglieremo]? Forse quella che si adatta meglio ai dati
sperimentali? Sembrerebbe ragionevole supporlo.
Invece no. Infatti non sappiamo cosa succede o succederà
fuori del tratto o intervallo in cui abbiamo fatto le misure. E chi ce lo
potrebbe dire? A prima vista diremmo nessuno e invece sì. Infatti ci sono certe
classi di fenomeni spiegate da ceni tipi di formule e non da altri. Quando
abbiamo constatato una regolarità di questo tipo su migliaia di casi anno dopo
anno, in luoghi diversi da parte di sperimentatori diversi, allora possiamo
asserire che anche un certo fenomeno nuovo che appartiene alla stessa razza avrà
con ogni probabilità una rappresentazione matematica simile.
E’ questa la ragione per cui mi sono convinto, ad
esempio, che l'AIDS rappresenta una minaccia molto minore di quanto credono i più
pessimisti studiosi di questa malattia.
Essi infatti tendono ad affermare che l’epidemia
dell'AIDS sarà esponenziale, crescerà a dismisura, e ci attaccherà tutti o
quasi.
Come dicevo [...] non esistono crescite esponenziali almeno sulla Terra.
Questo è vero anche per le epidemie. Si è constatato in migliaia di casi che
tutte le epidemie seguono curve di crescita logistiche ad S [...]. Se, dunque,
in un certo tratto di tempo il numero di malati cresce secondo una legge che è
rappresentata molto più fedelmente da una cubica invece che da una logistica,
la cosa non ci deve impressionare. La formula di una cubica (y = k3)
implicherebbe che il numero di individui colpiti dall’epidemia cresca col
tempo all'infinito. Prima o poi perciò, la cubica s'adatterà molto male alla
realtà. Sapendo che le epidemie si sviluppano secondo curve logistiche, meglio
andare a cercare subito la logistica che si adatta meglio ai dati sperimentali.