Puntato

Proseguendo il sentiero si giunge all’alpeggio di PUNTATO: insediamento di piccole case alle pendici del monte Corchia, situato dove il versante è meno acclive, a quota 1000 metri sul livello del mare. Gli edifici, circa 50, sono distribuiti su un’area di oltre 100 ettari, formando un insediamento rarefatto in cui le relazioni sociali erano di carattere prevalentemente visivo.  

 

Gli Alpeggi sono insediamenti stagionali  montani, situati a quote superiori rispetto a i villaggi, con un dislivello di otre 200 metri, dove si praticavano modeste culture a seminativi ( segale, grano, patate) sfruttando i pascoli per l’allevamento ovino e bovino.

I primi di agosto i contadini tornavano al villaggio per pulire i campi di granturco, raccogliere le patate e preparare il terreno delle selve per la raccolta delle castagne.

•A settembre, risalivano agli alpeggi, per la raccolta delle patate e per diradare il granturco, mentre iniziava  la raccolta delle colture nei terreni più bassi. Alla fine del mese, sulle alpi si seminava il grano, nei terreni disposti a terrazze e il bestiame rientrava nel villaggio.

•Ottobre: avveniva la raccolta del granturco e del foraggio che era sistemato al coperto nei fienili; iniziava anche la raccolta e l’essiccazione delle castagne, che continuava fino a tutto novembre.

•In inverno i contadini visitavano periodicamente la casa d’alpe, per prelevare con la stia o con la reticella quantità di foraggio conservato.

 

L’alpeggio di Puntato, rispetto ad altri alpeggi apuani, è caratterizzato dalla presenza di una chiesa di marginette o maestà, segno di una (seppur temporanea) residenza prolungata.  
Oggi, finita l’età storica dell’alpicoltura ne rimane ancora traccia evidente e leggibile nel paesaggio naturale e agrario residuo. I pascoli, in via di abbandono anche da parte dei pastori stanziali, stanno evolvendo in praterie secondarie a paléo (Brachypodium genuense), talvolta in mosaico con arbusteti di degradazione.
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