Gruppo di lavoro n. 8

Coordinatore: prof. Giuseppe Italiano

Moderatore. isp. Maria Teresa Sarpi

 

 

 

 

Obbligo di istruzione e obbligo formativo

 

Indice

  1. Premessa
  2. I connotati essenziali dei primi due anni della scuola secondaria superiore
  3. Il rapporto tra i primi due anni della scuola secondaria con:
    la scuola di base,
    il triennio
    gli altri percorsi formativi

  4. Obbligo scolastico e obbligo formativo
  5. Monte ore annuale e quota di competenza delle scuole; ripartizione oraria tra area di equivalenza e area di indirizzo
  6. Certificazione
  7. Problemi logistici relativi alla distribuzione sul territorio dei primi due anni del ciclo secondario
  8. Alcune osservazioni sulla professionalità docente

1. PREMESSA

Il focus della riflessione del gruppo si è concentrato sui primi due anni del ciclo secondario, considerati in una triplice dimensione, come:

Il gruppo ha manifestato innanzitutto adesione ai principi della Legge 9/99 sull'elevamento dell'obbligo di istruzione e del relativo Regolamento, in particolare per quanto riguarda gli articoli 4 e 6:

Si è sottolineato inoltre che, se per gli studenti si deve parlare piuttosto di diritto allo studio e alla formazione, il termine obbligo chiama in causa istituzioni e agenzie che devono garantirne l'esercizio. A tal fine, considerata anche la positiva introduzione dell’obbligo formativo fino a diciotto anni (cfr. art.68 della L.144/99 e il relativo Regolamento in corso di registrazione), è necessario il rinnovamento e la riqualificazione anche della Formazione professionale, sul piano normativo e organizzativo e su quello degli obiettivi e dei contenuti, per una pari dignità dei percorsi di formazione dei giovani.

 

2. I CONNOTATI ESSENZIALI DEI PRIMI DUE ANNI DELLA SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE

(terminalità / propedeucità dei primi due anni del ciclo secondario)

La struttura tipo del curricolo dei primi due anni proposta dal gruppo potrebbe essere riassunta nella seguente formula:

conclusivo per le discipline dell'area di equivalenza;

Le argomentazioni a sostegno del modello proposto sono essenzialmente quelle di seguito indicate.

Il modello contempera due esigenze:

Le discipline dell’area di equivalenza (espressione preferibile ad "area comune", per sottolineare le inevitabili curvature determinate dagli indirizzi dei futuri licei), sostanzialmente riconducibili alle principali discipline del precedente ciclo, dovrebbero presentare carattere di continuità dal punto di vista storico, oppure logico oppure metodologico rispetto al percorso di base. In particolare, per quanto riguarda discipline ad approccio tradizionalmente diacronico, come la storia, tale impostazione potrebbe essere utilizzata nella parte terminale del ciclo di base (a partire dall’undicesimo anno di età) e nei primi due anni del ciclo secondario, lasciando al triennio gli approfondimenti specifici su nodi metodologici e contenutistici ritenuti cruciali.

Dell’area di equivalenza dovrebbero far parte anche alcune discipline prima definite "autoconsistenti", che pur non presenti nel ciclo di base, come ad esempio diritto ed economia, fossero ritenute ugualmente fondamentali componenti del curriculum "civile" e culturale di base da garantire a tutti.

Le discipline di indirizzo relative alle diverse aree e agli specifici indirizzi dovrebbero avere un carattere di inizialità rispetto al percorso successivo. Qualora discipline dell’area di equivalenza fossero anche di indirizzo, si potrebbe prevedere per esse un più ampio monte ore annuale, per trattare nella quota di orario aggiunto primi elementi di approfondimento , soprattutto metodologico, da sviluppare nel triennio successivo.

Risulta opportuna una organizzazione modulare per favorire la flessibilità didattica e l’eventuale utilizzazione di competenze e conoscenze anche in altri percorsi. Tale modularità va intesa in senso non meccanico ma va strutturata per grandi aggregati coerenti di conoscenze che possano dar luogo all’acquisizione di competenze culturali significative e trasferibili in diversi contesti di apprendimento e di applicazione.

 

3 IL RAPPORTO TRA I PRIMI DUE ANNI DELLA SCUOLA SECONDARIA CON LA SCUOLA DI BASE, IL TRIENNIO GLI ALTRI PERCORSI FORMATIVI

(Orientamento, riorientamento, integrazione)

Al fine di realizzare il rapporto tra i primi due anni e il ciclo di base da una parte e il triennio o altri percorsi formativi dall’altra il gruppo ritiene utili alcune strategie:

Le proposte formulate dal gruppo nascono dalle seguenti considerazioni.

La riforma dei cicli rende più delicato il problema dell’orientamento nel passaggio dalla scuola di base a quella secondaria soprattutto per i soggetti a rischio di dispersione, poiché le scelte sono anticipate di un anno rispetto al sistema attuale.

Un corretto orientamento è uno degli indicatori della produttività della scuola, intesa come capacità di rispondere alle istanze degli studenti e della società, attraverso l’acquisizione di un metodo di studio che consenta di appropriarsi criticamente di conoscenze e competenze a supporto di scelte personali di formazione e di vita. In questa funzione consiste la specificità e l’insostituibilità della scuola rispetto ad altre agenzie formative.

Non sempre l’insuccesso scolastico è però conseguenza di un orientamento non corretto ma anche di altre cause (disagio psicologico, socio-culturale, non necessariamente economico, condizione di immigrazione, conseguimento solo parziale degli obiettivi di apprendimento, demotivazione, rigidità del sistema scolastico e scarsa differenziazione dei percorsi formativi, difficoltà dell’organizzazione territoriale e dei trasporti, aspettative e progetti familiari ). Per la parte rimovibile dalla scuola è essenziale la consapevolezza dei docenti che il nodo più rilevante del problema è costituito dalla significatività di ciò che si insegna e si apprende nonché da una metodologia didattica e organizzativa flessibile che consenta una personalizzazione dei percorsi

 

4.OBBLIGO SCOLASTICO E OBBLIGO FORMATIVO

Molte questioni affrontate nel paragrafo 3 sono alla base anche dell’analisi e delle proposte che il gruppo ha espresso circa il rapporto tra obbligo scolastico e obbligo formativo. L’ istituzione di quest’ultimo è ritenuta dal gruppo una delle riforme più significative realizzate in questi anni.

La programmazione e la realizzazione delle attività didattiche, finalizzate al successo formativo, nei primi due anni del ciclo secondario devono prevedere, a partire dal secondo anno, iniziative di riorientamento verso percorsi diversi da quelli scelti il primo anno, compresi quelli offerti dalla formazione professionale. A tal fine le scuole secondarie debbano programmare le iniziative, già indicate nel paragrafo 3, di accoglienza, analisi delle competenze, consolidamento delle scelte o riorientamento e strutturare percorsi formativi finalizzati a:

Nel secondo anno della scuola secondaria dovranno essere previsti inoltre percorsi mirati per gli studenti orientati ad uscire dal sistema scolastico. Tali percorsi saranno progettati e realizzati in convenzione con il sistema della Formazione professionale, tenendo conto anche di quanto già previsto dall'articolo 6 del D. I. 9.8.99, n. 323 (attuazione della legge dell'elevamento dell'obbligo di istruzione)

Il legame tra obbligo scolastico ed obbligo formativo è molto stretto. Una corretta impostazione dei primi due anni del ciclo secondario, che costituiscono il momento terminale dell'obbligo scolastico, costituisce la premessa indispensabile per una compiuta attuazione successiva dell'obbligo formativo attraverso la pluralità di percorsi prevista dalla legge 144/99.

Infatti nei primi due anni del ciclo secondario, anche attraverso uno stretto raccordo con la formazione professionale, devono essere poste le basi per i successivi percorsi all'interno della scuola, della formazione professionale, oppure dell'apprendistato. L'obiettivo da perseguire è il successo scolastico, fino al quindicesimo anno di età, e successivamente il successo formativo, inteso come raggiungimento da parte dei giovani di un titolo di studio superiore o di una qualifica professionale.

In particolare l'integrazione tra scuola e formazione professionale all'interno del ciclo secondario deve garantire la costruzione di percorsi :

Questi percorsi possono essere svolti utilizzando il monte ore previsto per la quota di Istituto (che dovrebbe essere estesa a parere del gruppo al 20% del monte ore totale), per la personalizzazione dei percorsi (fino a 100 ore annue) ed eventualmente una quota dell'area di indirizzo.

La modularità del percorso curricolare faciliterà sia le uscite veso gli altri sistemi sia i rientri nella scuola, attuando dunque la previsione dell'art.6 del Regolamento attuativo dell'obbligo formativo.

La riqualificazione dell'offerta di formazione professionale dovrà consentire di dare sostanza alla possibilità aperta per i giovani che otterranno la qualifica professionale di accedere all'istruzione e formazione tecnica superiore, completando così la costruzione del secondo canale del sistema formativo.

 

5. Monte ore ANNUALE E QUOTA DI COMPETENZA DELLE SCUOLE

L’ipotesi formulata dal gruppo in merito al monte ore annuale per i primi due anni del ciclo secondario è di di 1000/1100 h, che tradotta in termini convenzionali di ore settimanali dà luogo ad una distribuzione media di 30/33 h.

Per quanto riguarda poi la ripartizione del monte ore annuale, il gruppo propone una articolazione in quota nazionale/quota d’istituto/quota per la personalizzazione dei percorsi formativi, così schematizzabile:

annuale: 800 h + 200 h + 100 h

settimanale: 24 h + 6 h + 3 h

(media)

Nell'ambito della quota nazionale si propone infine la seguente ripartizione tra area dell'equivalenza e l'area di indirizzo, indicandola convenzionalmente secondo l’articolazione media settimanale:

1° anno: 18 h + 6 h

2° anno: 16 h + 8 h

Le motivazioni della proposta scaturiscono dalle seguenti considerazioni.

La scuola nella sua attività di formazione deve confrontarsi con altre sedi e fonti di istruzione e di educazione (famiglia, vari luoghi e forme di aggregazione, altre agenzie formative, mezzi di comunicazione di massa, ecc).Pertanto la sua durata temporale non può estendersi oltre certi limiti.

La qualità dell'apprendimento non è garantita da un'eccessiva quantità di ore di lezione, né da molte discipline ciascuna con poche ore, ma da un buon metodo didattico e da un congruo spazio per lo studio individuale, da guidare e da esigere con rigore. Per quest'ultimo scopo si propone di inserire nel monte ore annuale un tempo di 100 h, obbligatorio e verificabile, da dedicare alla personalizzazione dei percorsi, per consentire un effettivo recupero dei debiti e un'effettiva attività di orientamento e riorientamento.

Nell'ambito dell'autonomia dei singoli istituti, ferme restando le quote orario annuali, si potranno realizzare le opportune aggregazioni delle attività e delle ore stabilite dai piani dell'offerta formativa formulati dagli organi collegiali.

 

6. I problemi logistici relativi alla distribuzione dei primi due anni del ciclo secondario.

Il gruppo ritiene necessarie soluzioni varie e flessibili in rapporto all'analisi delle diverse situazioni possibili sul territorio.

Le proposte individuate sono così riassumibili, soprattutto nelle aree periferiche, in cui non sia già garantita la presenza di istituti dei diversi indirizzi :

-con classi per i diversi indirizzi

-con classi articolate per quanto riguarda l’area di indirizzo

In alcuni casi occorrerà organizzare trasporti gratuiti per gli studenti verso le sedi più vicine a quelle di residenza.

 

7.Certificazione

In relazione alla novità della certificazione per la fascia dell’obbligo introdotta dalla Legge 9/99 il gruppo esprime la necessità di:

 

8.ALCUNE OSSERVAZIONI SULLA PROFESSIONALITÀ DOCENTE

A margine, ma non troppo, dei problemi specifici dell’ obbligo sono emerse considerazioni su alcuni aspetti della nuova professionalità docente, su cui intervenire anche con adeguate risorse finanziarie.

è infatti necessario un ripensamento del profilo professionale degli insegnanti, che, pur nell’unicità della funzione, preveda un’articolazione dei compiti in rapporto a specifiche esigenze, come ad esempio quelle degli allievi a rischio di dispersione. In tali casi si richiedono interventi mirati, frutto di studi, di esperienze particolari, che, certificati come crediti acquisiti dai singoli insegnanti, potrebbero consentire l’articolazione del Collegio docenti in specialisti delle varie questioni.

Il gruppo inoltre ritiene utile la generalizzazione dell’organico funzionale e l'abolizione delle attuali rigidità organizzative del lavoro dei docenti, anche attraverso logiche contrattuali coerenti con l’innovazione.

Essenziali risultano inoltre una formazione iniziale dei docenti di qrande qualità e di una formazione in servizio ricorrente, anche con periodi sabatici valutabili come crediti. Appaiono opportuni momenti di formazione integrata con gli operatori della Formazione professionale (sui temi della coprogettazione, delle attività di orientamento, riorientamento, dei percorsi integrati, della valutazione)